Urania 0427 - Quando le Macchine si Fermeranno by Christopher Anvil

autore:Christopher Anvil [ANVIL, Christopher]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Urania, fantascienza, narrativa
editore: bandinotto
pubblicato: 2012-06-10T14:19:17+00:00

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I giorni passarono in modo abbastanza piacevole, in confronto a quelli passati da Brian e Cermak a cavalcioni delle biciclette, tuttavia Brian si rendeva chiaramente conto che la situazione andava sempre peggiorando.

Gli ingorghi di macchine erano sempre più frequenti, e questo significava un maggior numero di ostacoli da superare, quando non si doveva addirittura fare una deviazione. Alcuni dei camion avevano dei fusti di carburante di scorta, che, una volta vuoti, venivano di nuovo riempiti appena se ne presentava la possibilità. Ma scarseggiavano i viveri, e Cardan decise di procurarsene una scorta razziando un gruppo di negozi. L’operazione richiese un’intera giornata e fu immediatamente seguita dall’imboscata peggiore in cui fossero caduti.

Brian aveva cercato di viaggiare insieme ad Anne, ma senza riuscirci, e tutte le volte che si fermavano, era sempre stato messo di sentinella. Inoltre, a ogni fermata, Cardan incaricava alcuni uomini di rinforzare con piastre di metallo, che aveva preso nell’ultima scorreria, le pareti dei camion, sovrapponendole in diversi strati in modo da corazzarle contro i proiettili. Non era una precauzione inutile, in quanto si imbattevano spesso in gente che sparava per divertirsi. Stavano attraversando una zona particolarmente pericolosa. Auto e camion bruciati, strade cosparse di rottami, e altrove di chiodi, filo spinato e pezzi di vetro, molto spesso le cunette laterali erano state trasformate in trincee, e un ampio tratto di viadotto era stato fatto saltare. Le sparatorie si susseguivano senza sosta, e, nello sfondo, si vedevano case in fiamme, e dense volute di fumo che oscuravano il cielo. Per superare quella zona furono costretti a fare una deviazione di più di cento miglia, e ne uscirono con molti feriti, danni alle macchine e pneumatici forati. Impiegarono quasi una settimana a tornare sull’autostrada.

— Bene — dichiarò Smitty studiando una mappa. — Credo che quella fosse Cleveland. Un giorno o l’altro, se camperemo, dovremo passare da Chicago, e non è certo una prospettiva allettante.

Trascorse ancora un periodo abbastanza sereno. Avevano una buona scorta di provviste, e a ogni fermata gli uomini rafforzavano la protezione dei camion. Ormai molte ruote posteriori avevano un riparo, e quelle anteriori erano protette da un disco di metallo. Proiettili di piccolo calibro sparati dai fianchi, non potevano più recar danni, ma, come disse Cardan: — Poche bottiglie Molotov lanciate dalle cunette potrebbero segnare la nostra fine. — Decisero di fare un ampio giro per evitare Chicago, rimanendo contemporaneamente parecchio a nord di Indianapolis.

Sapevano per esperienza che era meglio tenersi alla larga dalle città.

Parecchi giorni dopo si trovavano in una zona discreta, su una strada molto ampia e dove si trovavano pochi ingorghi. Brian, che viaggiava sulla macchina a vapore che precedeva la colonna, in funzione di avanguardia, scorse una nuvola di polvere dritto davanti a loro, quando ebbero raggiunto la sommità di un lieve pendio.

— Che cosa sarà? — domandò, indicandola.

— O un gruppo di animali o un gruppo di persone — rispose Cermak.

Smitty, che era alla guida, osservò: — Di qualunque cosa si tratti, direi che è in corso una migrazione su ampia scala.

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