Urania 0959 - Mille e una terra by David Masson

autore:David Masson [Masson, David]
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Mancante
editore: Mondadori
pubblicato: 1983-12-02T23:00:00+00:00

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– Dannazione – ripetè Kinnon piano, poi si voltò, in direzione della

porta.

– Capitano… – un uomo lo afferrò per un braccio. – Capitano, sono

ammassati laggiù, lungo la strada, c'è tutta una squadra… Ma chi

diavolo sono questi rompiscatole, capitano?

– Non lo so. – Kinnon si spinse in avanti, verso la feritoia di fianco

alla porta, nel momento preciso in cui un raggio di luce azzurrognola

sciabolava le tenebre dall'alto. Era stato acceso il faro a benzina e, in

quella luce spettrale, gli assalitori erano chiaramente visibili.

Una barriera di fuoco scaturì dal muro, nel momento in cui gli

uomini appostati dietro la muraglia e la porta d'accesso aprirono il

fuoco contemporaneamente. Kinnon puntò la rivoltella, prese la mira,

ma aspettò un secondo prima di far fuoco, per osservare meglio gli

attaccanti.

Quegli uomini erano in divisa, ed erano insolitamente ben vestiti, se

si confrontavano con i soldati male in arnese che aveva visto finora su

quel mondo: uniformi grigie, elmetto con distintivo d'argento, che

brillava alla luce del faro. Stavano ritirandosi, per mettersi al riparo del

buio, ma lo facevano disciplinatamente, e mentre arretravano

continuavano a far fuoco. Non c'era traccia di panico, sebbene molti di

loro rimanessero sul terreno. Erano chiaramente dei soldati di mestiere,

pensò Kinnon, con approvazione amara. L'ultimo di loro ormai era

fuori portata dei fari, e tuttavia gli uomini continuavano a sparare senza

interruzione.

– Per il momento, li abbiamo bloccati – gridò Kinnon agli uomini

appostati lungo i muro. – Per fortuna non hanno tentato di prendere

d'assalto la porta. Probabilmente aspettano l'arrivo di un pezzo

d'artiglieria… state in guardia! Se se ne servono, ritiratevi al riparo del

muro, vicino alla tettoia, mi sentite? Non fate gli eroi, mettetevi al

riparo; adesso, teneteli indietro, fin che ce la farete.

"E non sarà per molto" si disse Kinnon. Un uomo stramazzò dall'alto

del muro rimase steso al suolo, lamentandosi; intorno ce n'erano altri,

che giacevano in silenzio, tossivano penosamente. Sul muro erano

rimasti una trentina di uomini in grado di combattere, oltre i pochi che

arrivavano di corsa dalla nave. Ma quanti ce n'erano, là fuori? si chiese

Kinnon. Due-trecento almeno, e tutti soldati esperti, di mestiere.

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Il volume di fuoco rallentò improvvisamente, poi cessò. Da qualche

parte una voce robusta gridò ordini incomprensibili. Kinnon si issò sul

muro e, mentre saliva lungo la scaletta, vide i suoi uomini che

trascinavano verso la porta due mitragliatrici pesanti. Li chiamò

sottovoce, in modo che dall'altra parte non potessero sentirlo.

– Piazzatele lì, proprio dove siete voi, ecco, lì. Non sparate. – E,

rivolgendosi agli uomini sul muro, disse: – Cessate il fuoco. Tenete il

faro acceso.

Una mezza dozzina di uomini armati avanzavano, lenti e guardinghi,

nel fascio di luce, lungo la strada, a una trentina di metri di distanza;

uno di essi, che precedeva il drappello, impugnava un bastone con in

cima un cencio bianco. Era, a quel che pareva, un ufficiale. L'uomo

gridò qualcosa, guardando dalla parte del muro.

– Cessate il fuoco! Capitano Kinnon, ci siete?

– Sono qui – Kinnon si alzò cautamente per osservare l'uomo, in

basso. – Chi siete e che cosa volete?

– Sono il maggiore Hammond, signore – gridò l'uomo. – Abbiamo

ordine di prendere possesso di questa base in nome del Governo

Nazionale. Il presidente desidera informarvi… che avrete un processo

secondo giustizia… e che sarete trattato con equità.

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