Utopia 239 (1954) by Rex Gordon

autore:Rex Gordon
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza
editore: Ponzoni
pubblicato: 1953-12-31T16:00:00+00:00

Barbarossa fece appena in tempo a schivarlo: — Tagli, studio!

19.

Non sapevano se era una cella o una corsia. Era comunque una stanza grigia, senza finestre, con cinque brandine, una porta che non si apriva, e un’altra che dava su un gabinetto. Non si poteva né accendere né spegnere la luce; il materiale di cui erano fatte le pareti era morbido e probabilmente a prova di suono. Al centro del soffitto era incastrato un piccolo occhio di vetro scuro, e, quel ch’è peggio, ce n’era uno anche sul soffitto del gabinetto.

Passare una notte in quella stanza fu più penoso del viaggio per arrivarci.

Uno per uno, li avevano portati sul tetto della casa in mezzo ai campi, e li avevano fatti entrare, sempre uno alla volta, nel chiosco. Per primo avevano condotto Selwyn, che non aveva protestato, sapendo che sarebbe stato perfettamente inutile. Si rammaricava profondamente di doversi dividere da Mary, ma pensava che la separazione sarebbe stata solo momentanea, il tempo necessario al viaggio che avrebbero dovuto compiere. Quando egli fu entrato nel chiosco, il dottore premette un pulsante. C’era una cassetta di plastica nera, con tre finestrine di vetro, di cui una si illuminò con una serie di cerchi concentrici verdi, punteggiati di macchie rosse. Sotto le due finestrine c’era una ruota, il dottore la manovrò fino che le macchie divennero una sola che si fissò al centro dei cerchi. Poi la luce si spense, e se ne accese un’altra, blu e gialla. Quando la macchia gialla si fu sistemata al centro dei cerchi blu, anche la seconda luce si spense, e s’illuminò invece la terza finestra, dove si vide una macchia bianca muoversi prima orizzontalmente, poi verticalmente. I movimenti della macchia erano accompagnati dal suono di una campana. Intanto, le pareti di vetro del chiosco cominciarono a diventare opalescenti, Selwyn provò per un attimo un senso di mancanza di peso come aveva provato durante il tragitto nel cilindro, poi, subito, la campana smise di suonare e l’opalescenza scomparve. Tutto, apparentemente, era come prima, salvo che adesso si trovavano su una balconata sovrastante la città che avevano già visto in televisione. E il chiosco, guardando meglio, era diverso; da una parte c’era una porta che dava su un muro, e dall’altra una lunga e ripida scalinata che conduceva al livello stradale. Il dottore disse a Selwyn di fermarsi fuori dal chiosco.

— Insomma, si può sapere in che anno siamo? — domandò il giovane.

— Mi spiace — rispose il dottore — ma non sono un esperto in trattamenti speciali, sono solo un Guaritore Esterno. Sarà meglio che risparmiate le domande per quando sarete dentro — e continuò a guardare il chiosco.

Una campana cominciò a rintoccare sul tetto del gabbiotto, e si videro le finestrelle della scatola nera mutar colore, poi la porta del chiosco s’incurvò quasi fosse risucchiata dall’interno, le pareti si fecero opalescenti, e poi tornarono limpide; la campana cessò di suonare e Linz uscì dal chiosco in compagnia di Barbarossa.

Era rimasta indietro Mary, sola con tre uomini.

Dovettero aspettare mezz’ora,

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