Vendetta a freddo: Le avventure di Jack Reacher by Lee Child

Vendetta a freddo: Le avventure di Jack Reacher by Lee Child

autore:Lee Child [Child, Lee]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Espionage, Fiction, Action & Adventure, Thrillers
ISBN: 9788830435483
Google: IqM2MQKT2t0C
Amazon: 8830426466
Barnesnoble: 8830426466
editore: Longanesi
pubblicato: 2012-10-17T22:00:00+00:00


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Wright tornò al lavoro e Reacher si fece indicare dal portiere dove si trovava il Riviera. Dalle informazioni emerse che sarebbero dovuti tornare nella zona più malandata dello Strip. Andarono a piedi. Era una serata calda e secca, desertica. Si vedevano le stelle sul lontano orizzonte, al di là della coltre di smog e del bagliore dei lampioni. I marciapiedi erano tappezzati di cartoline gettate via, che pubblicizzavano prostitute.

A quanto pareva, il libero mercato aveva portato il prezzo base un centesimo al di sotto dei cinquanta dollari ma Reacher era certo che, appena uno sfortunato scommettitore si fosse portato in camera una ragazza, la cifra sarebbe lievitata all’istante. Le donne fotografate erano carine, ma lui era certo che non fossero quelle vere: erano probabilmente foto d’archivio di modelle in costume di Rio o Miami. Las Vegas era la città delle truffe. Sanchez e Orozco dovevano aver avuto parecchio da fare. Ci sembra di essere attacchini senza un braccio, aveva detto Wright e Reacher era disposto a credergli.

Arrivarono all’altezza del bar con l’intonaco scrostato, la birra a buon mercato e le ragazze sporcaccione, svoltarono a destra in un dedalo di stradine tortuose fiancheggiate da edifici a un piano con l’intonaco beige: motel, negozi di alimentari, ristoranti, bar. Avevano tutti lo stesso tipo di insegna, fondo di tavole bianche coperto da un vetro, un palo alto e varie file orizzontali in cui inserire i caratteri neri, sottili e verticali , tanto che bisognava concentrarsi per distinguere un locale dall’altro. I negozi di alimentari offrivano confezioni da sei di bibite a $1,99, i motel aria condizionata, piscine e collegamenti via cavo, i ristoranti buffet in cui potevi mangiare a volontà ventiquattr’ore su ventiquattro, i bar happy hour e bicchierini a buon prezzo. Sembravano tutti uguali. Ne superarono cinque o sei prima di trovare quello con l’insegna LA BUCA DEL FUOCO.

Questa era posta all’esterno di un rozzo parallelepipedo con poche finestre. Non sembrava un bar: sarebbe potuto essere qualsiasi altra cosa, un ambulatorio per la cura delle malattie veneree o una congregazione religiosa estremista. Non però all’interno: lì era in tutto e per tutto un bar di Las Vegas con la sua baraonda di orpelli e rumori. Cinquecento persone bevevano, gridavano, ridevano, parlavano a voce alta tra pareti color porpora e panche rosso scuro. Niente era diritto o quadrato. Il banco stesso del bar, lungo e affollato, era a forma di S. L’estremità di quest’ultima si avvolgeva attorno a una buca al centro della quale c’era un finto fuoco rotondo. Le fiamme erano rappresentate da strisce seghettate di seta arancione, tenute diritte dal flusso d’aria di un ventilatore nascosto: ondeggiavano, si piegavano e danzavano tra fasci di luce rosso vivo. Dalla parte opposta della buca la sala era divisa da numerosi tavoli con panche di velluto sontuoso, tutti occupati da più persone. La buca era interamente circondata dai clienti: dappertutto c’era gente in piedi. La musica proveniva da altoparlanti nascosti. Le cameriere in minigonna fendevano abili la folla tenendo in alto i vassoi.

« Davvero grazioso », commentò O’Donnell.



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