Yoshimoto Banana - 2000 - La Piccola Ombra by Yoshimoto Banana

autore:Yoshimoto Banana [Yoshimoto Banana]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788807818073
Google: BbVvqiyuU9kC
Amazon: 8807818078
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2004-05-19T22:00:00+00:00

HONEY MIELE.

Me ne stavo seduta nella piazza davanti alla Casa Rosada

in uno stato di apatia. C'erano dei tipi dal comportamento

sospetto, chiaramente dei ladri. La cosa stupefacente era che

se li guardavi con gli occhi che dicevano "Tu sei un ladro,

no?", ossia se gli facevi sapere di averlo capito, non si avvici-

navano nemmeno. Anzi, ogni volta che i nostri sguardi si in-

crociavano, mi fissavano come se ci conoscessimo. Buenos

Aires: proprio non si riusciva a capire se fosse stata una città

dove la vita era dura oppure tranquilla.

Seduta sul bordo di un'aiuola, osservavo i piccioni e

la nonnina che vendeva il mangime. Sembrava non stesse

pensando a niente di speciale. Avrebbe continuato il suo la-

voro e avrebbe trascorso la giornata lì, quella era l'unica co-

sa certa. Pensai che fosse in uno stato d'animo molto simi-

le al mio.

Dal fondo della piazza emergeva la residenza presiden-

ziale dalla facciata color rosa. Cercai di ricordare se in Evita

Madonna avesse cantato proprio lì. E mentre mi stavo inter-

rogando sul perché avessi visto quel film, mi tornò in mente

tutta la scena. Ricordai quella notte di pioggia in cui lo vidi

nel mio soggiorno, dopo averne affittato la cassetta. Lui era

rientrato a metà di quel film noioso. Tutto il lato destro era

bagnato perché, aveva detto, gli si era rotto l'ombrello a cau-

sa del vento. Andai a prendere una salvietta, gli asciugai alla

bell'e meglio la testa e il corpo come avrei fatto con un cane

o con un gatto, e tornai a sdraiarmi sul divano. Era bastato

che entrasse lui, perché in tutta la stanza si diffondesse l'o-

dore della pioggia. Sul vetro della finestra scorrevano copio-

se gocce trasparenti. La strada, buia e silenziosa, era ormai

completamente bagnata. Insomma, era una sera banale co-

me tante altre. Lui preparò un caffè caldo e ne diede un po'

anche a me. Me lo servì in una tazza che una domenica ave-

vamo comprato insieme da un antiquario del quartiere. Le

strade che portavano a quel negozio erano tutte ingarbuglia-

te tra di loro e, se non mi sbaglio, erano costeggiate da pic-

coli fiori colorati e, poiché noi due eravamo esposti ai raggi

del sole e la strada era bianca, sembrava di essere in paradi-

so. Arancio, giallo e rosa. L'erba verde tremava al vento. I ri-

cordi erano così tanti che ebbi l'impressione di guardare di

nascosto degli specchi posti l'uno di fronte all'altro. Da una

parte c'era l'estensione del piccolo mondo praticamente sen-

za limiti che aveva rappresentato la nostra storia, dall'altra la

realtà attuale, ormai separata.

Ero venuta a Buenos Aires a trovare un'amica.

Lei, mentre prendeva lezioni di tango, si era innamorata

del maestro argentino e l'aveva sposato. Adesso a volte lavo-

rava come guida per i giapponesi. Non che lo fosse diventa-

ta ufficialmente, eppure pareva che avesse molto lavoro. E

anche che ricevesse laute mance. Suo marito non era in città

perché stava seguendo degli studenti in tournée e così io sta-

vo a casa loro. Lei di giorno accompagnava i clienti e non

rientrava prima di sera. Per cui, in sua assenza, me ne anda-

vo in giro senza meta. Pensavo che mi sarebbe piaciuto con-

tinuare all'infinito quella vita libera e spensierata. La zona

dove si trovava

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