Yoshimoto Banana - 2010 - Le sorelle Donguri by Yoshimoto Banana

autore:Yoshimoto Banana [Yoshimoto Banana]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858832455
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2018-06-27T22:00:00+00:00

Della sua vita mi ero persa soltanto l’età adulta. Cercai fotografie dei figli ma non ne trovai, il che forse voleva dire che non ne aveva avuti.

Ebbi la conferma che il tempo trascorso insieme si era arrestato a quel giorno e mi sentii un po’ triste. Indubbiamente c’erano cose più importanti a cui pensare, ma quello era un sogno e io rimasi lì, sospesa a contemplare il mio stato d’animo altalenante, incapace di affrontare la realtà.

D’un tratto sentii aprirsi una pesante porta di ferro: la madre di Mugi era tornata a casa. I capelli schiariti dal sole, le spalle muscolose. Mi dissi che forse anche lei andava spesso a nuotare.

Vedendola vestita a lutto, pensai che quindi Mugi era morto per davvero. Essendo morto solo quella mattina, non era possibile che la madre fosse già vestita di tutto punto per la cerimonia funebre, ma era un sogno e non mi parve strano.

Vidi brillare i bordi del tatami e provai una forte malinconia. Non aprii bocca. Non sapevo perché mi trovassi lì. Lei mi vide ma non ne fu sorpresa.

“Vuoi prendere un ricordo di Mugi-kun?”

Portava gli occhiali e aveva un’aria intelligente, era una bella donna con la vita sottile che la faceva somigliare a una nocciolina americana.

“Vorrei uno dei suoi vecchi vestiti, ma non si preoccupi: non mi metterò ad annusarlo come un cane. E poi, se possibile, anche una fotografia di quando era bambino, una di quelle esposte lì. Finché vivo non dimenticherò mai Mugi-kun. Gli vorrò sempre bene.”

Non so perché avessi chiesto proprio quelle cose, però le desideravo con tutta me stessa, sentivo di non poter farne a meno. L’intensità di quel desiderio mi stupì. Mentre parlavo piangevo, sembrava che la stessi supplicando.

“Va bene, aspetta solo un momento.”

La madre di Mugi aveva gli occhi spenti, non accennò il minimo sorriso, la sua aria era assente. Mi voltò le spalle e aprì il cassetto di una vecchia credenza. Sentii un odore di panni smessi.

Possedere quegli oggetti non mi avrebbe restituito Mugi-kun, eppure in quel momento non desideravo altro e non avrei saputo spiegare il perché.

A quel punto aprii gli occhi.

Piangevo ancora, ero sbigottita.

È una storia che non mi piace, e se Mugi-kun fosse morto per davvero? Questo pensiero mi fece correre al computer per fare una ricerca. Trovai diversi trafiletti che parlavano dei viaggi del padre tra le Hawaii e il Giappone e dei suoi corsi di sport acquatici per bambini, ma non aveva un blog, mentre il nome di Mugi-kun non usciva da nessuna parte, né potei trovare dettagli sulla sua situazione attuale. Volevo evitare di fare una ricerca più approfondita, magari usando la parola “morte”, anche perché se davvero fosse morto non era in quel modo che volevo venire a saperlo.

Allo stesso tempo, però, avevo il presentimento che l’avrei sognato ancora. Intorno a me non vedevo che segnali in tal senso. Perché mia sorella si era innamorata proprio allora, e perché io mi ero messa a fare quei sogni? Sentivo che lo scambio di messaggi con quella Yasumi mi aveva colpito più del solito.

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