Schiuma rossa by Dario Tonani

Schiuma rossa by Dario Tonani

autore:Dario Tonani [Tonani, Dario]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Science Fiction, SF, Suspense, Action & Adventure, Thrillers, Military
ISBN: 9788867754335
Google: 3_rCBAAAQBAJ
editore: DelosDigital
pubblicato: 2014-10-14T08:25:25+00:00


11

Fanghiglia nuvolosa. Il cielo è un lurido impasto di grigi. Basso sull’orizzonte, un sole marcio e velato sta rapidamente calando verso i bordi frastagliati del cratere.

Pistola in pugno, Rudan scruta verso ovest il solito ammasso di nubi nere, col loro contenuto di pioggia e aerei provenienti da un altro tempo.

È salito sulla cima di una torre abbandonata, in un locale angusto e maleodorante che faceva da camera di decompressione per i subacquei. Una scaletta di ferro corrosa dalla ruggine scende da un piccolo boccaporto tondo, che potrebbe benissimo essere la torretta di un’autoblindo. In bilico sul quinto piolo, sporge testa e braccio di fuori.

– Tutto ok? – Valenti lo chiama da sotto. Ha voluto salire anche lui, nonostante l’edificio sia stato lesionato in uno dei bombardamenti.

Rudan ruota le spalle, allarga le gambe e puntella un piede su una maniglietta che sporge dal metallo. La manovra non è fulminea come vorrebbe, ma almeno in equilibrio precario riesce a girarsi e ad abbracciare una visuale di 360 gradi. Inquadra il compagno che guarda in su tra le sue gambe. – Non è il massimo per prendere la mira, ma è quello che passa il convento. – Forse farebbe meglio a stendersi su un tetto, allo scoperto. Ritrae il braccio e scende veloce la scaletta.

Il locale, tre metri per tre, ha solo due panche di metallo, una di fronte all’altra; sul pavimento, una vecchia maschera da sub col PVC ormai ridotto a un biscotto e in un angolo due bombole mezze arrugginite.

– Quanto dobbiamo aspettare?

Valenti alza le spalle. – Da adesso in poi ogni momento è buono.

Gli ha detto del lago di schiuma rossa e del perché, a suo giudizio, la strana schifezza sversata dai fusti è all’origine dell’anomalia spaziotemporale. Altro che arma sperimentale, ad aprire una finestra sul 1943 è stato un veleno o una robaccia liquida che ha reagito in qualche oscuro modo con l’aria e le forti temperature della piana. Magari nei pressi, avvolto dalla nebbia, c’è il relitto di un cargo affondato proprio nel ’44. Col suo chimico segreto di morte.

L’ipotesi è ardita, ma regge; nel qual caso, il pianoro sarebbe una specie di… (trova persino difficile ammetterlo con se stesso) …pista di decollo e di atterraggio.

Ma perché gli aerei, che stavano partendo quando ha lasciato il lago rosso, non sono ancora su Nuova Rimini? Che cosa succede in quello squarcio di tessuto spaziotempo?

Un suono. Rudan alza il mento, non può ancora fidarsi del suo orecchio. Ma gli sembra che ci sia qualcosa. – Lo senti anche tu?

– Arrivano! Arrivano! – Le strade si riempiono di urla.

Rudan si avventa sulla scaletta e sale i pioli a due a due. Affaccia la testa dal boccaporto e guarda a ovest il banco di cumulonembi scuri. Due puntini neri stanno uscendo dalla bambagia plumbea, uno a fianco all’altro. – Eccoli, li vedo!

Ora ne sente anche i motori, come un borborigmo lontano.

Controlla il tamburo della .44 Magnum. Ha promesso a se stesso non più di sei colpi, e solo quando si sente sicuro. Appoggia il gomito sul bordo del boccaporto, per sostenere e il braccio e tenerlo fermo.



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