150 anni in giallo by A.A.V.V. Giuseppe Lippi

150 anni in giallo by A.A.V.V. Giuseppe Lippi

autore:A.A.V.V., Giuseppe Lippi [A.A.V.V., Giuseppe Lippi]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Antologia
editore: Mondadori


Edgar Allan Poe IL GENIO DELLA PERVERSIONE

(The Imp of the Perverse, 1845)

Nel considerare le facoltà e gli impulsi - dei prima mobilia dell'animo umano - i frenologi hanno trascurato di trovare posto per una propensione che, sebbene ovviamente esistente come sentimento primario, primordiale e irrinunciabile, è stata del pari ignorata dai moralisti che li hanno preceduti. Anche noi l'abbiamo trascurata per la pura arroganza della ragione. Abbiamo permesso che la sua esistenza sfuggisse ai nostri sensi solamente per mancanza di convinzione - di fede - che si tratti di fede nella Rivelazione ο nella Cabala. L'idea di essa non c'è mai venuta per la sua stessa evidenza. Non abbiamo realizzato il bisogno dell'impulso alla propensione. Non potevamo apprezzarne la necessità. Non potevamo capire, cioè non avremmo potuto capire, ove mai la nozione di questo primum mobile ci si fosse affacciata -, non avremmo capito in qual modo avrebbe potuto favorire gli obiettivi dell'umanità, sia temporali sia eterni. Non si può negare che la frenologia e, in larga misura, ogni tipo di metafisica sono state concertate a priori. L'intellettuale ο l'uomo logico, più che l'uomo comprensivo ο l'osservatore, si è applicato a immaginare grandi disegni - a suggerire scopi a Dio. Dopo aver scandagliato, con sua soddisfazione gli intenti di Jehovah, sulla base di tali intenzioni, ha costruito i suoi innumerevoli sistemi mentali. In base ai principi della frenologia, per esempio, abbiamo in primo luogo stabilito, abbastanza naturalmente, che per un disegno della divinità un uomo deve nutrirsi. Abbiamo quindi attribuito all'uomo un organo di alimentazione ed è questo organo il flagello con il quale la divinità costringe gli uomini, volenti ο nolenti, a mangiare. In secondo luogo, avendo stabilito che è volere di Dio che l'uomo continui la sua specie, abbiamo subito scoperto un organo dell'amore. E così per la combattività, l'idealità, la causalità, la costruttività..., così, in poche parole, con ogni organo purché rappresenti una inclinazione, un sentimento morale ο una facoltà del puro intelletto. Con questi arrangiamenti dei principia dell'azione umana gli Spurz- heimiti, a torto ο a ragione, in tutto ο in parte, hanno seguito le orme dei loro predecessori; deducendo e stabilendo ogni cosa sulla base della predestinazione dell'uomo, secondo i propositi del suo creatore.

Sarebbe stato più saggio, più sicuro classificare (se dobbiamo classificare) sulla base di quello che l'uomo normalmente e occasionalmente ha fatto, e sempre occasionalmente continua a fare, piuttosto che sulla base di quanto considerava sottinteso che la divinità intendeva facesse. Se non possiamo comprendere Iddio nelle sue azioni visibili, come potremmo mai intendere i suoi insondabili pensieri che le mettono in essere? Se non possiamo comprenderlo nelle sue creature oggettive, come potremmo intenderlo negli aspetti soggettivi e nelle fasi della creazione?

L'induzione a posteriori avrebbe condotto la frenologia ad ammettere, come innato e primordiale principio delle azioni umane, un qualcosa di paradossale che possiamo chiamare perversione, in mancanza di un termine più specifico, nel senso che intendo io, cioè di fatto un mobile senza movente, un motivo non motiviert. Per effetto dei suoi



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