2055. False Hearts by Laura Lam

2055. False Hearts by Laura Lam

autore:Laura Lam [Lam, Laura]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Science Fiction, Genetic Engineering, Thrillers, Technological
ISBN: 9788834731451
Google: I3JfDAAAQBAJ
editore: Fanucci Editore
pubblicato: 2016-06-16T00:00:00+00:00


14

Taema

Mi risveglio accoccolata accanto a Nazarin.

Si è fatto giorno, e a mente fresca l’idea di andare a letto con l’agente sotto copertura con cui lavoro non mi sembra la migliore che potessi avere, nonostante mi senta piacevolmente indolenzita e appagata. Mi scosto da lui, e mi passo la lingua sulle labbra secche. L’alcol sintetico non ti lascia con i postumi della sbornia, ma il tuo corpo riconosce comunque a un livello più profondo che l’hai maltrattato. Mi piego sulle ginocchia.

Ho sognato Adam. La mia prima cotta. Veniva spesso a cena da noi. Si metteva a sfogliare i libri in camera nostra e io osservavo le sue dita che giravano le pagine. Mi chiedevo sempre se gli piacessi più io o mia sorella, o entrambe. Era così alto, e a forza di arare i campi di grano era diventato anche robusto. L’immagine del suo volto è ancora vivida nella mia mente, come se l’avessi visto soltanto ieri.

Il detective si rannicchia su un fianco, girandosi verso di me, poi nasconde la testa sotto il braccio e io riesco soltanto a vedergli le sopracciglia e i capelli rasati. Continuo a stupirmi di quanto sia attraente, nonostante quella sua aria minacciosa. Mi tornano in mente alcune immagini di ieri sera e, nonostante siano ricordi piacevoli, mi sento nervosa, ho paura di come potrebbe reagire quando si sveglierà. Lo guardo per un attimo, vorrei sentirmi meglio fisicamente, anche se in realtà non c’è nulla che mi faccia male. Il respiro di Nazarin è irregolare, lo vedo accigliarsi. Chissà cosa sta sognando.

Faccio per alzarmi dal letto, ma Nazarin si irrigidisce e con uno scatto mi afferra il polso. Grido, mi ha colto di sorpresa. Rimaniamo bloccati in quella posizione. Lui mi guarda negli occhi, il torpore si dissolve lasciando spazio al ricordo di ciò che abbiamo fatto. Sposta lo sguardo sui miei seni nudi, poi mi lascia andare il polso. Io me lo strofino.

«Scusa» borbotta. «Ho il sonno leggero.»

Non è solo questo. Nazarin è uno di quei tipi che dormono con un occhio aperto e la pistola sotto il cuscino.

Mi alzo in piedi, percepisco il suo sguardo su di me mentre mi infilo il vestito di cotone. Vado in bagno e chiudo la porta. Guardarmi allo specchio è sempre uno shock. Per un istante credo che sia mia sorella e sento riaffiorare la speranza, che svanisce non appena mi rendo conto che sono soltanto io, trasformata in lei. I miei capelli, identici a quelli di Tila, sono un casino. Cerco di pettinare le ciocche blu ma poi ci rinuncio.

Quando esco, trovo Nazarin in piedi, si è infilato una canotta e un paio di shorts e sta preparando il caffè. Noto un rigonfiamento nei suoi pantaloncini e mi coglie un’inaspettata fitta di desiderio che culmina tra le mie gambe. Nonostante mi renda conto che è una cattiva idea, sono quasi tentata di andare da lui, spingerlo contro il muro e ricominciare da capo. Mi schiarisco la voce e distolgo lo sguardo, poi prendo la tazza che mi porge e inizio a bere qualche sorso.



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