La Verità del Ghiaccio (2005) by Dan Brown

La Verità del Ghiaccio (2005) by Dan Brown

autore:Dan Brown [Brown, Dan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Capitolo 66

Braccia forti la sorressero. Energici sconosciuti l’asciugarono per poi avvolgerla in una coperta. Venne distesa su una specie di lettino e massaggiata con vigore su braccia, gambe e piedi. Un’altra iniezione nel braccio.

«Adrenalina» disse qualcuno.

Rachel avvertì la droga scorrere nelle vene come una forza vitale che rinvigoriva i muscoli. Sentì il sangue riaffluire lentamente nelle membra, mentre le viscere erano ancora strette da una gelida morsa.

“Ritorno dal regno dei morti.”

Sforzò gli occhi. Tolland e Corky, tremanti malgrado le coperte, venivano massaggiati vicino a lei. Anche a loro fu praticata un’iniezione. Capì con chiarezza che quel misterioso gruppo di uomini aveva appena salvato loro la vita. Molti erano fradici: evidentemente erano entrati sotto la doccia completamente vestiti per soccorrerli. Rachel non si capacitava che fossero riusciti a recuperare in tempo lei e i compagni. Ma non importava, in quel momento. “Siamo vivi.”

«Dove... dove ci troviamo?» riuscì a dire, ma l’articolazione di quelle poche parole le provocò lancinanti fitte alla testa.

Le rispose l’uomo che la stava massaggiando. «Nell’infermeria di un sottomarino classe Los Angeles...»

«Attenti!» gridò qualcuno.

Rachel avvertì un improvviso trambusto intorno a lei. Si mise a sedere, sostenuta da uno degli uomini in tuta blu, che si affrettò a coprirla. Si strofinò gli occhi e vide qualcuno entrare a passo deciso nel locale.

Il nuovo arrivato era un imponente afroamericano, bello e imperioso, in divisa color cachi. «Riposo!» ordinò, mentre si avvicinava a Rachel e la osservava con attenzione. «Sono Harold Brown» disse con voce profonda e autoritaria.

«Comandante del sottomarino statunitense Charlotte. Lei come si chiama?»

“Charlotte.” Il nome le suonò vagamente familiare. «Sexton» rispose. «Sono Rachel Sexton.»

L’uomo parve perplesso. Si accostò per studiarla meglio. «Per la miseria! Ma allora è proprio lei!»

Rachel era smarrita. “Mi conosce?” Lei era certa di non averlo mai visto anche se, quando abbassò lo sguardo dal viso alla mostrina che aveva sul petto, riconobbe il noto emblema dell’aquila con l’ancora tra gli artigli circondato dalle parole US NAVY.

Allora comprese perché il nome Charlotte le evocava qualcosa.

«Benvenuta a bordo, signora Sexton» disse il comandante. «Lei ha sintetizzato parecchi rapporti sulle ricognizioni di questa nave. So bene chi è.»

«Ma che ci fate in queste acque?» balbettò Rachel.

Il viso si indurì. «Francamente, stavo per rivolgerle la stessa domanda.»

Tolland si mise lentamente a sedere. Stava per parlare, quando Rachel lo zittì con un cenno deciso del capo. “Non qui. Non ora.” Era più che sicura che lui e Corky avrebbero voluto raccontare subito del meteorite e dell’aggressione, ma non erano argomenti da trattare davanti all’equipaggio di un sottomarino militare. Nel mondo dell’intelligence, a prescindere da quale fosse il problema del momento, valeva sempre il livello di “autorizzazione all’accesso di informazioni riservate”. La storia del meteorite era per il momento top secret.

«Devo parlare con il direttore dell’NRO, William Pickering» disse lei. «In privato, e immediatamente.»

Il comandante si mostrò perplesso, chiaramente non abituato a ricevere ordini a bordo della sua nave.

«Ho bisogno di comunicargli dati riservati» insistette Rachel.

Brown la studiò per qualche momento. «Lasciamo che il suo corpo riacquisti la temperatura normale, poi la metterò in contatto con il direttore dell’NRO.



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