7-7-2007 by Antonio Manzini

7-7-2007 by Antonio Manzini

autore:Antonio Manzini
La lingua: ita
Format: azw3, epub
ISBN: 9788838935404
editore: Sellerio Editore Palermo
pubblicato: 2016-07-06T22:00:00+00:00


Aosta. Estate 2013

Era scesa la sera, una sera dolce. Dalla finestra aperta arrivava un odore di fiori e di prati appena tagliati. Le macchine non passavano più su corso Battaglione Aosta e il questore aveva acceso le luci della scrivania e quella da lettura accanto al divano dove Rocco stava seduto. Gli occhi umidi, il muso di Lupa appoggiato sulla gamba.

«Sono stanco» disse il vicequestore. «Vorrei andare a casa».

Costa guardò Baldi. Erano stremati, ma decine di domande si agitavano come una folla in preda al panico che tenta di scappare da un teatro in fiamme.

«Mi... mi dispiace» fu quello che il questore riuscì a dire.

«È una storia brutta, Schiavone» aggiunse Baldi. «Molto brutta. Ma mi sorge spontanea una domanda che non posso esimermi dal farle».

«Prego» muggì Rocco.

«Luigi Baiocchi, poi, che fine ha fatto?».

Rocco alzò gli occhi sul giudice. «Non lo so. È sparito. Credo sia scappato in Sud America» e si azzittì.

«E da allora non ne ha saputo più niente?».

«Più niente» e accarezzò la testa della cagna che dormiva profondo.

«Ma allora perché Enzo Baiocchi, il fratello più vecchio, ce l’ha tanto con lei?».

«Perché mi ritiene responsabile della rovina di suo fratello, pensa sia colpa mia se è dovuto fuggire all’estero. Perché magari proprio nel paese dove prendevano la droga quel pezzo di merda ha trovato la morte, e anche quello è colpa mia! E così Enzo l’ha messa sul mio conto...».

«Può essere» fece Baldi. «Può essere. Lei ci ha raccontato tutto?».

«Sono le nove. Sto parlando ininterrottamente da ore. Se ho saltato qualche dettaglio, mi creda, può anche essere perché sono passati sei anni e perché la saliva mi si è azzerata».

Costa e Baldi si guardarono. Due cani in attesa del boccone più prelibato. Ma quel boccone non arrivava. «Va bene. Va tutto bene. Ora facciamo così. Io diramo l’ordine di cattura per quel Baiocchi».

«La ringrazio dottor Baldi, così mi toglie di torno anche la Buccellato» e guardò Costa. «Già, la sua ex moglie continua a torturarmi dalle pagine del giornale, lo sa?».

«Lo so. Quella è un pit bull. Quando azzanna non molla. Lo so per esperienza coniugale».

«Posso andare? Il terzo grado è finito? No, perché avrei i coglioni lessati da questo divano in similpelle, da ’sti tramezzini schifosi che ho mangiato e dall’aria viziata di questa stanza».

Baldi annuì. «Per me sì. Ma non le prometto che non ne riparleremo».

Rocco fischiò e Lupa si svegliò di soprassalto. «Andiamo piccola. Vorrei dire che è stato un piacere, ma non lo è stato» e con un sorriso sbilenco lasciò la stanza di Costa.

Scese le scale. Passò in ufficio per recuperare le chiavi di casa. Fuori la porta trovò il cartello, quello che Italo Pierron, per scherzare, aveva appeso tempo prima e che riportava la graduatoria delle rotture in maniera che tutti fossero a conoscenza di ciò che disturbava il capo. Rocco prese una penna. Si avvicinò e al nono livello scrisse: i ricordi. Si mise la penna in tasca e si incamminò per il corridoio. Il cervello frastornato viaggiava lento, a tutt’altra velocità i suoi piedi che come un pilota automatico volevano portarlo dritto a via Croix de Ville, a casa.



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