Onora Il Padre by Giancarlo De Cataldo

autore:Giancarlo De Cataldo
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
Tags: Thriller, Giallo
editore: Einaudi
pubblicato: 2008-01-28T23:00:00+00:00

«Parsifal non era un angelo o un santo, ma un vero uomo d'azione, in ricerca, dotato in egual misura delle virtù del coraggio e della compassione, a cui si univa la lealtà. E fu grazie alla saldezza in queste virtù, non per grazia sovrannaturale, che Parsifal giunse, infine, a conquistare il Graal». Trovo profondamente giusta questa citazione, al punto che voglio servirmene come epigrafe funebre per G.

G. non era Parsifal, s'intende, perché nessuna delle virtù sopra descritte gli apparteneva sino infondo. E ciò nonostante i miei sforzi...e... oh, furono immani sforzi... tuttavia, nell'istante supremo egli non ha potuto dimenticare la devozione e la lealtà che lo legavano a me. Ha sbagliato nel considerarmi Dio, quando avevo la più modesta pretesa di essere unicamente un buon padre. Non posso nemmeno tacere un altra circostanza: si dimostrò debole nel momento del tradimento. Il tradimento del Padre, ovviamente. Non seppe trarne il dovuto profitto, si ritrovò precipitato nella Terra Desolata e reagì con un diverso, più ruvido tradimento. Al punto che fui costretto a intervenire. La storia ha poi deciso diversamente, e G. ha trovato il riscatto. Il suo Graal è stata la morte, con un sorriso finalmente riconciliato. Esu G. cali infine il sipario: costui ha già occupato uno spazio eccessivo nel mio prezioso tempo umano.

Io ho ancora il mio Graal da conquistare. La mia diuturna lotta per la riaffermazione della Legge dei Padri non può conoscere né soste né battute d'arresto. Ne va dell'ordine del mondo, già così compromesso dalla stolta deriva nella quale precipita a passo di carica la caotica epoca che ci è stata data in sorte di vivere. Si tratta, ora, di ricominciare. Non dovrò nemmeno abituarmi a una solitudine che per me, per la mia opera, sarebbe fatale. Non dovrò farlo perché ho già dei progetti. Si tratta di attendere il momento opportuno per metterli in opera. Ho già il mio Parsifal da plasmare.

A riportarmelo non è stata quella che gli idioti definirebbero casualità o la mano del destino. No. Tutto questo non c'entra. Tutto questo ha avuto inizio in un tempo lontano, di là dalla mia stessa volontà di allora. Fui io a decidere, allora, in quel preciso istante, del destino di entrambi.

Per questo, oggi, il suo ritorno è una chiamata, una vocazione. E mia è la voce dell'araldo. Accade spesso, d'altronde, che l'eroe sia chiamato a strapparsi a una condizione di rassicurante mediocrità, e che il messaggero, colui che porta la vocazione, appartenga al regno sordido del deforme o del mostruoso. Accade anche nel nostro caso: egli è convinto di militare nelle armate della luce, e invece sta prestando, inconsapevolmente, il suo mirabile braccio alle forze della notte. Io, che in questo momento appaio come una truce personificazione del male, rappresento, invece, l'unico principio in grado di opporsi al maniacale degrado della contemporaneità. Prima o poi il messaggio riuscirà a farsi strada nella sua mente ottenebrata dagli idoli della folla. Occorrerà un lungo percorso, ma la ricerca, infine, diverrà comune a entrambi. E apparirà chiaro,

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