Addio al mare dell’esilio by Lucia Donadio

Addio al mare dell’esilio by Lucia Donadio

autore:Lucia Donadio [Donadio, Lucia]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
editore: Rubbettino Editore
pubblicato: 2024-02-16T13:26:35+00:00


Con il cuore che batte come un tamburo, raggiungo la fontana vicina a casa nostra. Eretto su un piedistallo di pietra, il blocco di bronzo verde con una testa di lupa scolpita versa acqua dalla sua bocca per i passanti stanchi. Bevo da questa fontana fresca con la sete più avida, la sete di ciò che mi appartiene. Solo qualche passo mi separa dalla porta di casa, Via Vallone 7. Le porte di quelle che sono state le mie case in questi anni sfilano in un ordine preciso: la pesante porta bianca del dormitorio dell’Orazio, la porta grigia metallizzata della stanzuccia del retrobottega del negozio, la porta marrone della vecchia casa dove condivisi la stanza con Francesco, il portone verde pallido della casa dei Tossi che visitai per anni e la porta bianca della casa in cui vivo con Isabela.

Faccio scivolare la mano sul legno stinto della porta, cercando tra le fessure le lettere di America e le mie iniziali. Rallegrato, le trovo in un angolo. Busso dolcemente con le nocche, cercando invano di prepararmi all’incontro, mentre spero che mammà stia lontano e non senta questa prima bussata. Prima bussavo colpendo con impazienza il battente, ansioso di entrare. La porta si apre e vedo mio padre con cappello e bastone, pronto per uscire. La sua voce, serbata nella mia memoria, ripete il mio nome e scatena le lacrime in entrambi. I ritratti che hanno accompagnato le lettere in questi anni hanno tessuto una immagine vicina al nostro aspetto attuale. Riconoscerci, toccarci, sentirci, parlarci è scoprire noi stessi in mezzo all’infaticabile tempo passato.

Il mio mento appoggiato sulla spalla di papà testimonia quanto sono cresciuto in questi anni, mentre papà appare curvo e vecchio. Mammà scende dalle scale, contando ogni passo, aggrappandosi al corrimano come se temesse di cadere. Non mi ha visto, concentrata nell’operazione che la impegna. Stupito, osservo la lentezza e la prudenza di quella discesa, che prima faceva agilmente e rapidamente molte volte al giorno. È ingrassata moltissimo, mentre a papà tocco le costole a fior di pelle. Come ti è venuto in mente di venire senza avvisare. Mi hai fatto quasi morire dallo spavento. Aurora, indovina chi è arrivato, le grida papà senza smettere di abbracciarmi.

Corro verso mammà come se fossi il ragazzo ansioso che l’abbracciava tornando a casa. Trovo un viso trasformato: la sua pelle segnata dal tempo e i suoi capelli grigi. Avevo visto i suoi primi capelli grigi prima di andarmene, sognavo che non sarebbe invecchiata durante la mia assenza, che non avrei mai immaginato così lunga. Le lacrime sgorgano assieme ai sorrisi, i sospiri e le palpitazioni. Lei si lascia andare a un pianto commosso che ci contagia.

Papà ci spinge delicatamente verso la sala, si toglie il cappello e posa il bastone sulla stessa poltrona verde dove faceva la siesta. Lei con il piede sposta il foglio stropicciato che lui aveva in mano con la lista della spesa che stava per fare. Lo raccoglie già seduta, chinandosi a fatica. Tiro fuori dal passaporto la foto di Isabela e dei bambini.



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