Alba nera by Giancarlo De Cataldo

Alba nera by Giancarlo De Cataldo

autore:Giancarlo De Cataldo [De Cataldo, Giancarlo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858696972
editore: Rizzoli
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


IX.

Il Servizio, che alcuni chiamano la Ditta, altri l’Agenzia, e Cono, sbrigativamente, “da noi”, dispone di una serie di case protette, adibite alla gestione di aspiranti collaboratori, potenziali bersagli, nemici dichiarati, amici ambigui, e di tutte quelle situazioni in cui serve la massima discrezione e un po’ di tempo prima di prendere decisioni che non possono in alcun modo essere affrettate.

“Casa” è un termine molto vago, peraltro. La tipologia degli alloggi dei quali “da noi” ci si può servire spazia dalla suite nel Grand Hotel alla stamberga nella città vecchia di Taranto, passando per il garage di piazza della Enciclopedia Italiana, al centro di Roma, il sottoscala ai Prati, sempre a Roma, la stalla a Bressanone. Ovunque, insomma: purché siano rispettati alcuni imprescindibili standard di sicurezza. Il luogo dev’essere isolato. Se non si dispone di un luogo isolato, dev’essere creato uno spazio di protezione. Il che vuol dire, per esempio, che se la “casa” è al primo piano di una villetta bifamiliare a due piani, anche il secondo dovrà essere occupato da una persona amica, ovvero acquistato “da noi”, o ancora, ove ciò non sia possibile, lasciato sfitto, privo di occupanti.

Nel caso di Veronika, come “casa” è stato scelto un fabbricato nella campagna umbra, fra Orvieto e Todi. Un ex convento dei frati minori ristrutturato, con vialetto alonato di cipressi, due filari di ulivi giovani, una piscina e un campo da tennis. Il convento si trova in fondo a uno stretto sentiero, delimitato da una sorta di dirupo, che sprofonda per una cinquantina di metri nella sassosa valle sottostante. Ma anche l’ingresso principale è ben custodito. Chiunque vi si rechi è costretto a percorrere a passo d’uomo gli ultimi due chilometri di strada dissestata. Il che consente a chi conosce il mestiere di tenere sotto controllo eventuali malintenzionati con il minimo sforzo.

Manca poco alla mezzanotte quando Sax parcheggia la GLE accanto alla Dacia Duster di Ippoliti. Avvertito da un messaggio criptato, l’agente lo attende, la torcia in una mano, un revolver calibro .38 a canna corta nell’altra.

«Tutto a posto, Gianna’?»

«Tutto a posto, Ugo. Dov’è?»

«Dentro. Sta dormendo. In pratica è tutto il giorno che dorme.»

«L’hanno drogata. Ma si riprenderà.»

«Provo a svegliarla?»

«Prima facciamoci un goccetto, che si schiatta di freddo.»

«Mia madre mi ha mandato una cosa speciale!»

Un cane abbaia in lontananza. Ippoliti apre il portoncino e si fa da parte. Sax rabbrividisce entrando nell’edificio. Lo accoglie una vampata di calore. Esagerata, forse, ma dannatamente confortevole. Ippoliti lo guida verso la camera da letto.

Veronika respira piano sotto il piumone. Sax si china su di lei. Ha la fronte sudata. Un odore fra l’acre e lo zuccherino.

«Fra un’ora comunque la svegliamo» sussurra.

Ippoliti annuisce e lo segue. Cane stupido e fedele.

Davanti al caminetto Sax si libera del giaccone piumato, adesso il brivido che prova è di piacere. La bevanda speciale millantata da Ippoliti è un amaro zuccheroso preparato in casa, che allappa il fondo del palato. Scendendo giù per l’esofago brucia, però, e Sax trova quel bruciore benefico.

«Sax… Ma lei come sta?»

«Lei chi?»

«Lei…» Ippoliti arrossisce.

Sax lo guarda fisso negli occhi.



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