Ancora spero by Marina Cicogna & Sara D’Ascenzo

Ancora spero by Marina Cicogna & Sara D’Ascenzo

autore:Marina Cicogna & Sara D’Ascenzo [Cicogna, Marina & D’Ascenzo, Sara]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2023-04-17T09:35:28+00:00


Il Sessantotto visto da una stanza del Ritz

Nel maggio del ’68 avevo appena compiuto trentaquattro anni ed ero a Parigi con Florinda che doveva girare Il ladro di crimini di Nadine Trintignant, la moglie di Jean-Louis. Lui interpretava un aspirante scrittore in crisi, Florinda la fidanzata di un suo amico.

Parigi era teatro di continui scontri, scene di guerriglia urbana che a Roma si iniziavano a intravedere ma che in Francia già dilagavano e da lì si sarebbero diffuse nel resto d’Europa. Preoccupata da quel clima, presi un wagon-lit per tornare subito in Italia. Ma a pochi chilometri dalla capitale francese, nel mezzo della campagna, il treno si fermò improvvisamente: intorno a noi il deserto, un paesaggio spettrale. Il capotreno pronunciò una sentenza senza appello: «Da qui non ci si muove più. A Parigi è scoppiata la rivoluzione».

Che cosa potevo fare? Restare bloccata sul treno era fuori discussione. In più, ero in pensiero per Florinda, rimasta a Parigi. Scesi dalla vettura e raggiunsi a piedi il villaggio più vicino. Suonai al campanello di una porta qualsiasi chiedendo se ci fosse un’automobile per riportarmi nella capitale, e trovai un signore che mi accompagnò a recuperare le valigie nello scompartimento per poi correre a Parigi. Arrivando al Ritz, dove Florinda alloggiava, le dissi senza mezzi termini: «Vestiti e andiamo all’aeroporto». Scoprimmo che i voli per l’Italia erano stati cancellati, ce n’era solo uno diretto a Bruxelles, su cui ci imbarcammo all’istante, terrorizzate dall’eventualità di rimanere bloccate a Parigi senza sapere cosa sarebbe potuto accadere. E da Bruxelles arrivammo a Roma con l’ultimo volo disponibile.

La rivoluzione si diffuse in fretta. Alla Mostra del Cinema di quell’anno, che vedeva Teorema in concorso, i film furono ripetutamente bloccati da registi e artisti che protestavano contro la Biennale e che per anni hanno reso non competitivo il Festival. Tante volte, col senno di poi, ho ripensato alla fortuna che avevamo avuto appena un anno prima, quando eravamo in gara con ben tre film e Belle de jour aveva vinto il Leone d’oro.

L’ascesa di Florinda era stata rapida, quasi come se il cinema non aspettasse altro che questa ragazza per dare forma a un nuovo tipo di donna, indipendente, distante dalla tradizionale femminilità italiana, più in linea con lo spirito dei tempi. Aveva girato Una ragazza piuttosto complicata con Damiano Damiani e Candy e il suo pazzo mondo con Christian Marquand, in cui recitavano molti attori emergenti e personaggi celebri come Marlon Brando, Richard Burton, Ringo Starr. Il film era stato un trampolino di lancio per tre debuttanti: Marilù Tolo, Nicoletta Machiavelli e la stessa Florinda.

C’era in lei qualcosa di nuovo e originale che la rendeva la prima scelta di molti. Anche Luchino, dopo il passo falso dello Straniero, le aveva promesso una parte importante nel film di cui stava scrivendo la sceneggiatura, La caduta degli dei, il grande affresco sull’ascesa del nazismo in Germania raccontato attraverso le drammatiche vicende di una famiglia di industriali dell’acciaio. Helmut avrebbe interpretato Martin, il rampollo che diventa uno strumento nelle mani della madre.



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