Andrea G. Pinketts by Nonostante Clizia

Andrea G. Pinketts by Nonostante Clizia

autore:Nonostante Clizia
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2015-06-03T00:00:00+00:00


CAPITOLO SESTO

«Nessuno è perfetto, come direbbe la torre di Pisa» intervenni (vidi, vici) nell’interregno tra lo sgomento, la gioia, lo stupore e sua sorella, la meraviglia.

C’era anche la disapprovazione. Ma non aveva pagato il biglietto.

«Tu no di certo. Muori, resusciti. Mi dici che non ti senti pronto a vedermi e ti presenti fresco fresco col tuo amicone. Sai come sto. Te l’ho detto qualche ora fa. Sei incoerente. Ma vivo. La prima volta che ti ho visto mi sono sbagliata. Ti davo per morto e invece sei più scalpitante della creatura che mi porto dentro.»

«Clizia, posso essere sincero? Tu sei una donna, una mamma in potenza. Io sono un uomo. Un padre impotente. Non fraintendermi. Ho avvertito il bisogno di vederti, di capire in cosa mi sono imbattuto. Non mi sto tirando indietro, sia chiaro, anzi, sono venuto avanti. Ma anche tu dovresti prendere ripetizioni di coerenza per ciò che concerne la sincerità. Ti sei consegnata nuda e cruda, già gravida, ben venga, però, porcomè, non mi hai parlato di tuo zio.»

Clizia impallidì. Ed era già pallida di suo.

Giusto. Non so perché ma credo che sia giusto che le donne incinte debbano essere pallide, smorte. Forse è un incentivo per il bimbo che verrà, a colorarle come se fossero state appena disegnate in bianco e nero.

«Sai di zio Taro…? Ti ha minacciato? Eppure ho cercato di rompere i ponti.»

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«See… I ponti di Brooklyn sono indistruttibili, a meno che qualche psicopatico terrorista non ci si metta di buzzo buono. Ci sono tre categorie di edificatori di ponti. I dentisti, gli ingegneri, gli operai. Tuo zio appartiene alla quarta categoria.»

«E vero. C’è dell’altro.»

«Cazzo. Avresti potuto dirmelo in modo meno criptico. C’è dell’altro. Dellaltro mi piazza tanto di… non riesco neanche a dirlo… mafia. Ma la mafia non esiste. Quindi non posso essere suo nipote, neanche acquisito. Della mafia, intendo.»

«Sono sola. Contro tutti, anche contro te. Avrei dovuto parlarti di una cosa di curmi vergogno. Non ho mai voluto che mio zio interferisse con la mia vita, né al saggio di danza, né tantomeno alla mia tesi di laurea. Li avrebbe fetti ammazzare tutti. Tutti tutti. L’arbitro di pallavolo alle semifinali, il giudice di gara al concorso ippico quando facevo l’amazzone, il capo villaggio alla Valtur quando facevo la ventriloqua, il responsabile della Orcolibri, quando scrivevo fiabe per minorati e insegnanti, neanche ci fosse molta differenza. Gli istruttori di rafting, quando mi piacevano i torrenti, i bracconieri, quando militavo nel wwf…»

«Cristo. Fermati. Non ci sto più dentro. Io avrò anche il senso della frase ma tu hai il senso della vita. Posto che ce ne sia una tu l’hai moltiplicata. Sai che forse sei veramente la donna della mia vita? Sei tante donne in una. Mi potrai evitare la fastidiosa routine della poligamia. C’è stato un tempo, oddio, mica tanto tempo fa, in cui quando ero innamoratissimo di una ragazza e ne vedevo un’altra sfrecciarmi vicino, dimenticavo per un attimo fuggevole e turchese. L’amore in favore dell’istinto della caccia. Tu per me sei quasi perfetta.



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