Il cimitero dei folli by Ray Bradbury

Il cimitero dei folli by Ray Bradbury

autore:Ray Bradbury [Bradbury, Ray]
Format: epub
ISBN: 9788852047930
editore: MONDADORI
pubblicato: 2018-06-11T00:00:00+00:00


40

Indugiai fuori di Notre-Dame, preoccupato per due cose: andar dentro e andar su. Poi, mi girai, sorpreso, ad annusare l’aria. Ne inalai a fondo, espirai. «Povero me! Incenso! E fumo di candele. Qualcuno ha… G.C.? Non può essere che lui.»

Varcai il portale, e mi fermai perché…

In un punto, lassù tra le travature, una grande massa si muoveva.

Aguzzai gli occhi attraverso la velatura di canapa, i frontali di compensato, le ombre dei doccioni, tentando di vedere se niente si muoveva nelle fosche zone alte della cattedrale.

Chi aveva acceso l’incenso? pensai. Da quanto tempo il vento aveva spento i ceri fumiganti?

Sopra la mia testa alitava polvere sottile.

G.C., pensai, se cadi giù, chi salverà il Salvatore?

Il silenzio rispose al mio silenzio.

Quindi…

Il numero uno dei codardi creati da Dio doveva issarsi, piolo per piolo, su attraverso la tenebra, terrorizzato che da un momento all’altro le grandi campane tuonassero e mi facessero perdere la presa e mi scaraventassero giù. Chiusi gli occhi e salii.

In vetta a Notre-Dame, sostai a lungo, le mani sul petto perché il cuore non saltasse fuori, maledettamente pentito di essere lì e volendo essere giù, là dove la grande banda di antichi romani, in piena luce artificiale, e satura di birra, faceva a gara per essere in prima fila a sorridere alla Rattigan, la regale visitatrice.

Se muoio adesso, altro mio pensiero, nessuno di loro sentirà.

«G.C.» chiamai sommessamente nel buio. «G.C.?»

Silenzio.

Girai attorno a un lungo pannello di compensato. C’era qualcuno lì, alla luce delle stelle, una sagoma indistinta, seduta con le gambe penzoloni sulla facciata adorna della cattedrale, esattamente nel punto dove, secoli prima, era assiso il deforme campanaro.

La Bestia.

Stava contemplando la città, milioni di luci sparse su un’estensione immensa.

Come ci sei arrivato lì? Fu la mia muta domanda. Come hai eluso la guardia ai cancelli, no, anzi, come sei passato al di qua del muro? Ah, già, la scala a pioli e il muro del cimitero!

Udii un colpo di mazza. Il rumore di un corpo trascinato. Il coperchio di un baule richiuso con fragore. Lo strofinio d’un fiammifero. L’inceneritore fiammeggiare.

Il respiro mi si mozzò in gola, annaspai per non soffocare. La Bestia mi sentì. Si girò a guardarmi.

Inciampai, caddi quasi dal cornicione della cattedrale. Mi aggrappai a uno dei doccioni.

Immediatamente, la Bestia balzò in piedi.

La sua mano afferrò la mia.

Non caddi.

Per un attimo restammo in equilibrio sul cornicione. Lessi i suoi occhi, pieni di paura per me. Lui lesse nei miei la paura per lui.

Poi ritirò la mano, di scatto, come bruciato dalla sorpresa. Indietreggiò veloce, e rimanemmo entrambi semiaccucciati.

Guardai quella faccia mostruosa, quegli occhi terrorizzati e imprigionati per sempre, quella bocca ferita, e pensai:

Perché? Perché non mi lasci precipitare giù? O non mi dai la spinta definitiva? Tu sei quello che ha vibrato il martello, non è vero? Quello che venne per trovare e maciullare la terribile testa di creta plasmata da Roy! Nessun altro sarebbe riuscito ad accorrere sino a me con eguale velocità! E allora, perché? Perché mi hai salvato? Perché sono ancora vivo?

Non fu possibile alcuna risposta. Qualcosa scricchiolò sotto di noi.



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