Il mago dei corvi by Ngũgĩ wa Thiong'o

autore:Ngũgĩ wa Thiong'o
La lingua: ita
Format: epub
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2019-01-15T00:00:00+00:00

14.

“Hai mai sentito parlare del Mahabharata, del Ramayana o della Bhagavad Gita? Questi tre, o meglio due testi, dato che la Gita è contenuta nel Mahabharata, sono fondamentali per la religione, la cultura, la storia e la filosofia dei popoli dell’India. Furono scritti in sanscrito, l’antica lingua dell’India, anche se adesso, come il latino, il greco, il ge’ez e il sabeo, è morta.

“Il Mahabharata narra di una guerra tra i Kaurava e i Pandava, due rami della stessa famiglia. Arjuna, l’eroe dei Pandava, è un arciere provetto, capace, a quanto si racconta, di colpire con una freccia bersagli sulla luna. Arjuna e il suo maestro Drona vengono però a sapere di un altro arciere, Ekalavya, la cui abilità è nettamente superiore a quella di Arjuna. Egli è in grado di scagliare sette frecce nella bocca di un cane non appena la apre, senza lasciargli la possibilità di abbaiare. Ekalavya ha imparato queste tecniche da solo, ma all’ombra della statua di Drona, che egli stesso ha eretto come fonte di ispirazione. Ekalavya sostiene comunque che Drona è il suo maestro. Ora, la legge, il dharma, richiede che l’allievo dia qualcosa al suo maestro, in segno di gratitudine. Pur non avendo mai insegnato a Ekalavya, Drona pretende ciò che gli è dovuto. ‘Qualunque cosa,’ risponde Ekalavya. ‘Allora dammi il tuo pollice.’ E il pollice di Ekalavya viene tagliato. Ti rendi conto dell’umiliazione, della crudeltà? Drona si rifiuta di istruire Ekalavya, figlio di poveri, ma quando questi riesce a eccellere grazie alla propria creatività, Drona lo menoma, affinché i figli dei ricchi non abbiano rivali. La superiorità di Arjuna è assicurata dall’inferiorità imposta a Ekalavya.

“Credi che questa storia valga soltanto per l’antica India? È la storia dei nostri tempi. Un ricco ha acquisito ricchezze tramite il mercato immobiliare, comprando e vendendo, ristrutturando e vendendo, supervisionando la costruzione e guadagnandoci. A onor del vero, il ricco si è premurato di mettere un cartello con cui spiega chiaramente che non ci sono posti di lavoro disponibili. Ma sai com’è! Il bisogno, come l’amore, è cieco! Si dice che un uccello stanco di volare si poserebbe ovunque. E così una sera uno sconosciuto in cerca di un impiego entra nel suo ufficio. Anche se la giornata di lavoro volge al termine, il ricco accetta di fare un colloquio allo sconosciuto. Esamina con attenzione il suo curriculum e gli pone molte domande. Ma cosa credi che faccia poi il ricco? ‘La prego, mi segua,’ dice allo sconosciuto, ‘in modo che possa sottoporla a un colloquio adeguato.’ Il ricco conduce lo sconosciuto davanti all’ingresso e gli chiede di leggere il cartello per mettere alla prova le sue capacità di lettura e comprensione. Ora, prima di andare avanti, vorrei mettere in chiaro che nessuno può biasimare il titolare di un’azienda per non avere dei lavori da offrire. Però rifletti a fondo e rispondi a questa domanda: come ci si può divertire a umiliare colui che è già umiliato? Dimmi, Tajirika, perché questo piacere per il pianto della miseria? Come

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