Antropologia by Claude Lévi-Strauss

Antropologia by Claude Lévi-Strauss

autore:Claude Lévi-Strauss [Lévi-Strauss, Claude]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: ISBN
editore: Treccani
pubblicato: 2021-10-15T22:00:00+00:00


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EVOLUZIONE E “DIFFUSIONISMO”

La disputa tra evoluzionismo e diffusionismo traduce sul terreno della cultura quella tra monogenismo e poligenismo nell’ambito della natura. La tradizione razionalista del sec. XVIII manteneva la speranza che, conformemente a quanto accade per la natura fisica, sia possibile identificare le leggi di una natura umana ovunque uguale a se stessa, che, pur sviluppandosi a un ritmo non uniforme, attraversi sempre i medesimi stadi.

Così, il concetto di “evoluzione” è, in sociologia e in antropologia, assai anteriore alla sua formulazione biologica. È però ben vero che le teorie darwiniane gli apportarono un potente aiuto. Gli antropologi della seconda metà del XIX secolo hanno avuto la costante tendenza a insistere sulle somiglianze fra le culture e a sottovalutarne le differenze. Essi si sforzavano di ricondurre queste ultime ai diversi stadi di un processo unilineare, del quale tutte le società dovevano necessariamente percorrere le tappe per raggiungere un livello finale, praticamente definito in funzione delle credenze e dei costumi della società e dell’epoca ai quali questi studiosi appartenevano; ed erano i costumi e le istituzioni più diversi dai loro che essi ponevano al principio di una evoluzione sempre orientata nello stesso senso. L’intera storia dell’umanità si riduceva a una successione logicamente ordinata di stadi, che veniva illustrata prendendo a prestito dagli etnografi le testimonianze appropriate. Come Radcliffe-Brown ha sottolineato, si elaborava così una storia arbitraria e congetturale, dominata da pregiudizi morali e sociali. Tutte le forme osservabili di vita, di attività e di pensiero, erano classificate in rapporto a quelle familiari ai teorici, e considerate solo per questo come le più avanzate sulla strada di un comune progresso.

Tuttavia l’osservazione etnografica doveva presto convincere che le culture non nascono e non crescono spontaneamente, come piante nate da semi identici e semplicemente seminati più o meno presto nella stagione. Una storia anche superficiale testimonia che fra le culture si producono contatti, si allacciano legami o sorgono antagonismi, e in conseguenza di ciò certi aspetti di ogni cultura si trasformano; esse si mutuano degli elementi e, in modo positivo o negativo, si influenzano reciprocamente. Tylor, che con Klemm è considerato uno dei fondatori della teoria evoluzionista, aveva avuto cura di raccomandare le ricerche storiche e, sin dal 1896, Boas si scagliava contro gli abusi del comparativismo. Tuttavia è in Germania e in Austria, con i lavori di F. Graebner (1877-1934), di L. Frobenius (1873-1938) e del padre W. Schmidt (1868-1954), che dovevano prendere forma il metodo e la teoria della diffusione fondati sull’inventario minuzioso dei caratteri culturali e sullo studio della loro distribuzione geografica. Lo scopo era duplice: da una parte determinare aree culturali definite dalla predominanza o dalla presenza esclusiva di certi caratteri o insieme di caratteri; dall’altra, per ciascuna di queste aree, scoprire centri di origine a partire dai quali questi caratteri si sarebbero diffusi in tutta l’area o anche al di fuori.

Quali che siano l’interesse e l’utilità di queste ricerche, esse dovevano ben presto cadere in un eccesso inverso a quello dell’evoluzionismo, escludendo da una parte ogni possibilità di invenzione indipendente



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