Assalto al pm by Luigi de Magistris

Assalto al pm by Luigi de Magistris

autore:Luigi de Magistris [de Magistris, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, Political Process, General
ISBN: 9788861901254
Google: g4LMQvCX6DIC
Amazon: B0064CPPTO
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2010-12-30T23:00:00+00:00


Agli inizi del 2009 mi sono trovato davanti a un’alternativa: farmi mettere all’angolo o andare via. Sapevo bene che continuare significava consentire che distruggessero definitivamente la mia storia, infangassero la mia toga, mortificassero tutto quello che era stato il mio lavoro in Calabria.

Alla fine, la mia scelta è stata quella di portare in un luogo diverso gli stessi valori in cui ho sempre creduto, di continuare a praticare giustizia ed evitare che fatti drammatici come quelli vissuti in Calabria si potessero ripetere ai danni di altri.

C’è stato qualcuno che strumentalmente ha usato contro di me l’apparente dualismo tra la mia passione per la giustizia e le mie critiche anche molto dure alle storture del sistema. Dovevo essere burocratico, conformista, ossequioso verso un certo sistema tutto interno alla magistratura. Non hanno accettato che mettessi il dito nella piaga, che dicessi e provassi che la parte peggiore, in questa lunga storia buia, è venuta proprio dall’interno dell’ordine giudiziario.

Il punto è questo: oggi non si deve parlare di magistratura, ma di magistrati. Ho la ferma convinzione che all’interno della magistratura ci sono donne e uomini in grado di esercitare la professione con la massima dignità, alcuni addirittura in modo eroico. Io stesso ne conosco tanti, e tanti altri ve ne sono nel paese. Ecco perché ho trovato naturale, nel momento in cui certi magistrati mi ostacolavano e consumavano reati, rivolgermi ad altri colleghi. Non c’è nulla di contraddittorio. Mi sono recato a Salerno e ho denunciato quanto dovevo all’Istituzione. Sono un uomo delle istituzioni e credo in esse, pur nella consapevolezza che alcune persone non le rappresentino con onore. Ho trascorso la mia vita professionale trasmettendo alle persone che incontravo la fiducia nello Stato. Si ha l’obbligo di testimoniare: è un dovere civico, oltre che morale. Non avrei potuto fare diversamente.

Con il passare dei mesi, ho compreso con sollievo che quei magistrati erano persone oneste, capaci, coraggiose, particolarmente scrupolose. Non trascuravano nulla e anzi registravano ogni minimo dettaglio. Così, sono diventato un vero e proprio testimone di giustizia. Sono stato attaccato duramente, come se testimoniare contro i colleghi fosse disdicevole. Un segnale quasi mafioso: i panni sporchi si devono lavare in famiglia. Io e i magistrati di Salerno siamo stati colpiti perché abbiamo osato indagare su colleghi che evidentemente dovevano ritenersi «intoccabili».

La casta però era convinta di riuscire a operare con il silenziatore, sperando di far fuori magistrati scomodi senza sollevare alcun clamore. Almeno in questo non sono riusciti. È stata chiara a tutti l’indegna operazione messa in atto per difendere la parte peggiore della categoria. Certo, il messaggio intimidatorio è arrivato forte e chiaro. Quanti altri magistrati oseranno continuare a fare indagini contro i poteri forti con la certezza o, comunque, l’alta probabilità di pagare prezzi altissimi? Sospendere un procuratore della Repubblica dalle funzioni e dallo stipendio solo per aver osato mettere un visto su un atto giudiziario rappresenta l’applicazione di un metodo ben preciso: «Punirne uno per educarne cento».

Figuriamoci, poi, l’effetto che tutto questo ha prodotto sulla gente. Quale altra persona



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