Atlante sentimentale dei colori by Kassia St Clair

Atlante sentimentale dei colori by Kassia St Clair

autore:Kassia St Clair
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2018-11-05T16:00:00+00:00


Cobalto

Il 19 maggio del 1945, poco dopo la liberazione dell’Olanda, il pittore e mercante d’arte Han Van Meegeren venne arrestato per collaborazionismo. Non solo aveva accumulato una fortuna sospetta durante l’occupazione nazista, ma aveva anche venduto il Cristo e l’adultera, una delle opere giovanili di Vermeer, al generale tedesco Hermann Göring. Nel caso la sua colpevolezza fosse stata dimostrata, avrebbe rischiato l’impiccagione.1

Van Meegeren non solo negò vigorosamente tutte quelle accuse, ma cambiò le carte in tavola con una dichiarazione scioccante: il Vermeer che aveva venduto non era affatto un Vermeer, lo aveva dipinto lui stesso. Nella peggiore delle ipotesi l’unica cosa di cui poteva essere accusato era il reato di contraffazione, ma dato che era riuscito a prendere per i fondelli il Reichsmarschall Göring in persona, non meritava forse di essere riconosciuto come un vero eroe nazionale? Alcuni dei dipinti che sosteneva di aver falsato e messo in circolazione nel corso della sua carriera – alcuni Vermeer e un paio di Pieter de Hoochs, tra gli altri – erano in bella mostra nei musei, ed erano stati accolti dai critici come veri capolavori smarriti nel tempo. Van Meegeren diceva di averci ricavato otto milioni di fiorini olandesi (circa trentatré miliardi di dollari odierni). Quando i critici d’arte e i direttori di musei prestigiosi si rifiutarono di credergli, Van Meegeren si ritrovò nella strana posizione di dover persuadere la gente della propria colpa. Disse alla corte di essersi specializzato in Vermeer a causa delle enormi lacune nelle conoscenze sulla carriera dell’artista: gran parte dei suoi dipinti famosi risalgono a quando ormai era un uomo anziano, e il contrasto tra il suo stile da giovane e quello maturato negli anni successivi era qualcosa di cui un falsario poteva approfittare. Van Meegeren aveva utilizzato una composizione di Caravaggio per uno dei suoi falsi – La cena in Emmaus – sapendo bene che gli storici dell’arte erano alla disperata ricerca di una prova che dimostrasse il debito di Vermeer verso l’arte italiana. Aveva anche prestato attenzione ai dettagli tecnici: invece di impiegare il solito olio di semi di lino come legante per la pittura, usò la bachelite, una plastica che si solidifica quando viene riscaldata. Questo gli permise di farsi beffe dei raggi X standard e dei test con i solventi utilizzati per stabilire la datazione dei dipinti a olio, che ci mettono molto di più a solidificarsi. Aveva dipinto il falso su una vecchia tela segnata da un’autentica craquelure (il reticolo di crepature che si formano sui vecchi dipinti) e aveva usato solo i pigmenti che erano disponibili nel Seicento.2 Peccato che gliene fosse sfuggito uno: a tradirlo fu una sfumatura particolare rinvenuta solo a un esame più attento. Quella porzione di quadro conteneva un pigmento creato solo centotrent’anni dopo la morte di Vermeer: il blu cobalto.3

È difficile biasimare il passo falso di Van Meegeren: dopotutto, il cobalto era uno di quei blu creati apposta per sostituire artificialmente l’oltremare.4 Un chimico francese, Louis-Jacques Thénard, aveva trovato la soluzione proprio nel cobalto, l’elemento che



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