Autobiografia di Petra Delicado by Alicia Giménez-Bartlett

Autobiografia di Petra Delicado by Alicia Giménez-Bartlett

autore:Alicia Giménez-Bartlett [Giménez-Bartlett, Alicia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio Editore
pubblicato: 2020-12-31T23:00:00+00:00


Salve, Spagna profonda!

Ebbi un altro scontro con la nuda realtà quando la Scuola Nazionale di Polizia di Ávila mi inviò tutto il materiale informativo necessario prima di cominciare il corso. Le mie attività come allieva sarebbero state suddivise in quattro blocchi distinti: lezioni teoriche, difesa personale, sport e pratica di tiro. Gli orari non erano specificati. Le uniformi ci sarebbero state consegnate dopo l’arrivo, ma trovai indicate, in quanto allieva di sesso femminile, alcune norme da seguire riguardo all’abbigliamento. Non si potevano portare braccialetti. Erano consentiti solo orecchini che non superassero le dimensioni del lobo. Se avevo i capelli lunghi dovevo raccoglierli in una coda legata con un nastro blu. Era proibito l’uso di sciarpe, fazzoletti da collo o foulard.

Secondo la mia solita tendenza a cercare il senso logico di ogni cosa, provai a trovarlo anche in quelle prescrizioni. Era vero che i braccialetti potevano impigliarsi nelle armi che avremmo usato alle prove di tiro. Forse certi orecchini potevano essere pericolosi soprattutto nella pratica della difesa personale. Il divieto di sciarpe e fazzoletti doveva essere ispirato da motivi analoghi: il rischio di strangolamenti accidentali alla Isadora Duncan era da considerare. I capelli lunghi non sono comodi per lo sport, è meglio portarli raccolti. I problemi venivano col nastro blu. Ovviamente la scelta di un solo colore obbediva a un principio di uniformità. Ma perché non veniva specificata la sfumatura di blu? La gamma cromatica è estesa, e trova espressione nella terminologia dell’arte e della moda: blu cobalto, blu elettrico, turchese, indaco, blu copiativo, blu notte, blu di Prussia, zaffiro... Se ogni allieva avesse scelto un tono diverso l’uniformità sarebbe andata a farsi friggere. Forse sbizzarrirsi in quella scala di colori era l’unica frivolezza concessa alle allieve della scuola di polizia? Immaginai che ci avrebbero dato un paio di nastri blu identici per tutte, ma l’idea che mi ero fatta di una divisa era di qualcosa che poteva essere contenuto in una specie di sacca informe nella quale sembrava strano che potessero trovare posto serici nastri. Mi astenni dal fare domande su questioni di questa natura al numero di telefono che veniva fornito in caso di problemi. Non mi parve un buon biglietto da visita cominciare indagando sul grado di tolleranza con cui venivano accolti il blu pervinca o pavone.

Le norme di condotta erano più facilmente comprensibili. Tutto il sistema era basato sulla disciplina, la disciplina e la disciplina: puntualità, decoro, obbedienza e comportamento corretto. C’era una regola che mi colpì: «Nell’incontrare un superiore, il tuo saluto sarà: “Agli ordini!”». La cosa mi sconcertò un tantino, riempiendomi di perplessità non meno del nastro blu. Ovunque ti capitasse di incontrare un superiore dovevi anteporre «Agli ordini!» a ogni tipo di normale saluto? Non sarebbe stato più logico augurare prima il buongiorno o la buonasera e poi dichiararsi disponibili a eseguire eventuali ordini? Non sarebbe stato più discreto aspettare di essere interpellati dal superiore in questione, invece che mettersi a gracidare quel benedetto «Agli ordini!» non appena lo si vedeva spuntare all’orizzonte? Comunque, per ovvi motivi non mi servii di quel numero nemmeno per questi chiarimenti.



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