Bacon a Mosca by James Birch

Bacon a Mosca by James Birch

autore:James Birch [Birch, James]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788833575773
editore: © 2022 by Edizioni e/o
pubblicato: 2024-02-25T23:00:00+00:00


Passavo tanto tempo con John quanto con Francis e sapevo che era un alleato in merito al viaggio a Mosca – voleva davvero andarci – ma non voleva essere coinvolto nel tira e molla della Marlborough, e Francis accantonava con nonchalance ogni suggerimento di un incontro: «Non preoccuparti James, parlerò io con loro».

Mi sono anche ritrovato a interrogarmi sulle complessità e sui misteri della loro relazione, su chi fosse in debito nei confronti di chi. Alla fine di una serata, io e John abbiamo condiviso per un breve tratto un taxi. Quando siamo saliti sul sedile posteriore John si è sporto in avanti verso l’autista e ha chiesto: «Sai chi sono?».

«Scusa amico, non ne ho idea» ha detto l’autista.

«Sono John Edwards».

«Okay».

«Il John Edwards dei ritratti di Francis Bacon».

«Il tizio che dipinge?».

«È un artista famoso» ho detto. «E andremo a Mosca».

«Mosca» ha detto l’autista. «Sarà bello».

«Sì» ha detto John, a quel punto guardandomi. «Sarà bello sì, cazzo».

Era necessario che Francis facesse un elenco delle opere che avrebbe voluto fossero nella mostra, e doveva ancora mettermi in contatto diretto con la Marlborough. Il mondo dell’arte era formale allora, e lo è tuttora. C’era un protocollo accuratamente calibrato che rifletteva gradazioni di rango e prestigio. Non potevo limitarmi a entrare nella galleria e dire: «Ciao, sono James, porto Bacon a Mosca». Francis doveva organizzare quell’incontro. Avrebbero rappresentato Francis in tutte le trattative con i proprietari delle sue opere che volevamo prendere in prestito per la mostra, e con tutte le altre parti interessate. Io non potevo avere alcun ruolo formale in quelle conversazioni. Solo la sua galleria poteva farlo.

Forse la mia preoccupazione più pressante era che Francis non avesse affrontato la questione di chi avrebbe pagato affinché i dipinti arrivassero a Mosca. L’Unione degli Artisti non aveva fondi, e la Birch & Conran non aveva praticamente nulla in banca, così le spese della mostra sarebbero state a carico della galleria o dello stesso Francis, o di entrambi. Ero convinto che alla fine sarebbe stata la Marlborough Gallery a pagare – avrebbero dovuto farlo per compiacerlo – ma ancora una volta era difficile affrontare l’argomento (Francis aveva una generale avversione al discutere di soldi) ed ero ansioso al pensiero che, se non avessero collaborato, il piano sarebbe andato a monte. Perché mai avrebbero dovuto darmi retta? Oggi una mostra di tale importanza sarebbe sostenuta da sponsor commerciali o istituzioni finanziarie, ma a quei tempi nessuno la pensava così.



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