Bastava un grillo: per farci sognare (Italian Edition) by Raoul Casadei & Paolo Gambi

Bastava un grillo: per farci sognare (Italian Edition) by Raoul Casadei & Paolo Gambi

autore:Raoul Casadei & Paolo Gambi [Casadei, Raoul & Gambi, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2021-05-17T22:00:00+00:00


Quella notte facemmo l’amore. Fu speciale. Dolce, coinvolgente. E, senza prevederlo, riuscimmo a sconfiggere, o almeno a dare un senso a quella morte. Sì, perché per uno di quegli strani scherzi del destino proprio allora concepimmo Mirko, il nostro terzogenito. Non c’è niente da fare: la vita, a volte, segue la melodia del liscio, e alla malinconia più profonda accompagna il sorriso più dolce.

Senza lo zio, però, le cose andavano male. La Romagna era diversa. L’orchestra era diversa. La musica era diversa. Era tutto di un altro colore. Era tutto grigio, triste, malinconico. Era tutto piatto, banale, scontato. Avevo perso entusiasmo. Mi sentivo perso, debole, confuso. L’inverno, poi, contribuiva a quella sensazione di sconforto. Le spiagge, avvolte da una nebbia che si tagliava con il coltello, si riempivano solo di malinconia. La sabbia non restituiva l’allegria che nasceva dal suo incontro con il sole. Il mare era scuro e agitato. Faceva freddo, c’era una grande umidità. La gioia dell’estate era un ricordo lontano. Camminavo piano, per ore, in solitudine. Facevo chilometri e chilometri. Le uniche persone che incontravo erano zucconi come me, che cercavano di dare una direzione ai propri pensieri che si rincorrevano come le onde del mare o le dune di sabbia alzate dal vento. Cercavo un senso che riempisse tutto quel silenzio. Una nota che riempisse quel “sospeso”. Che mi rimettesse in piedi. In fondo, ero giovane, fatemi anche dire bello, suonavo in un’orchestra famosa e avevo una famiglia meravigliosa. Avevo tutto per essere felice come un pargolo fra le braccia della mamma. E, nel profondo, lo ero. Ma c’era qualcosa che non andava. Non vedevo i colori. Non trovavo la melodia. Erano passati giorni, settimane, mesi dalla morte dello zio Secondo, eppure non mi ero ancora ripreso. Mi sentivo vuoto eppure pesante, stanco eppure inquieto. A furor di popolo, ormai, avevo preso a tutti gli effetti il suo posto nell’orchestra. E percepivo il peso dell’eredità che avevo raccolto. Una responsabilità enorme. Anche nei confronti della mia famiglia. Camminavo. Sospiravo. Mettevo a dura prova il mio naturale ottimismo.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.