Battiato on the beach by Christian Zingales

Battiato on the beach by Christian Zingales

autore:Christian Zingales [Zingales, Christian]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: musica
editore: Arcana
pubblicato: 2014-11-12T23:00:00+00:00


XIX.

L’attacco dell’opera di Battiato, come abbiamo visto, è fulminante e programmatico. Dopo aver dissezionato temi come quello della vitamorte (FETUS), dell’inquinamento (POLLUTION), e della memoria (SULLE CORDE DI ARIES), il percorso trova una tappa ulteriore da bruciare con un album intrigante come CLIC, del 1974, uno snodo fondamentale per l’artista siciliano, che avanza come una macchina da guerra verso territori più concettuali, aprendo con decisione all’influsso delle avanguardie e della musica contemporanea, mantenendo ancora però un taglio carnoso, diremmo “rock”. Se è vero come dirà Battiato facendo autocritica anni dopo (vedi la già citata intervista a «Blow Up»), che CLIC aveva un vizio di forma, e cioè il tentativo di sposare un intellettualismo che non appartiene geneticamente a un musicista che ha prima di tutto un approccio “animale” alle cose, è anche vero che il disco rimane vivo di un’intensità fatta in parti uguali di una oculata gestione della strategia produttiva e soprattutto di una ottima resa sonora. La geometrica copertina di Mario Convertino, un reticolato di linee orizzontali e verticali a creare una bianca scacchiera, sottintende il senso della svolta. Dentro, le foto di Roberto Masotti affiancano al razionalismo della confezione una più viscerale eco di umanità, flash del Battiato uomo e artista, ripreso per esempio dall’alto, interfacciato alla sua tecnologia da studio di registrazione. A suonare, sala Regson, gli ormai lanciatissimi Mocchetti e D’Adda, poi il Quartetto Ensemble del Conservatorio di Milano, e agli effetti vocali Pietro Pizzamiglio e Juri Camisasca (l’ultimo prodotto nello stesso anno da Battiato nel suo scioccante album d’esordio LA FINESTRA DENTRO, pubblicato su Bla Bla). Tutto il disco è strumentale, tranne un pezzo. Apre I cancelli della memoria, spirali cosmiche, sparsi fraseggi di pianoforte, a metà il basso che incalza su una piega tanto fisica quanto metronomica, il lampeggiante trascinio di una mandola, punte di chitarra elettrica. Un gioiello che potrebbe uscire da uno dei capolavori del kraut-rock tedesco, se non fosse poi strepitosamente italiano e mediterraneo nel portamento. Ma a dire però di come Battiato in CLIC inizi a trascendere quasi completamente ogni impronta localistica, sembra che abbia tolto le ancore e navighi con sicurezza verso un agognato nulla. Dopo aver chiuso nel vero senso della parola “i cancelli della memoria” aperti nel precedente SULLE CORDE DI ARIES, l’intenzione è proprio quella di non tornare più indietro. Ecco che arriva No U Turn, l’unico pezzo cantato, l’incipit affidato a una teatrale scansione vocale, gocce, rumori, fluorescenze d’organo, svisate metalliche, la voce che si introduce a rovescio, e poi intona il testo su una piega tra l’assente e l’acuto: “Per conoscere me e le mie verità / io ho combattuto fantasmi di angosce / con perdite di io / per distruggere vecchie realtà / ho galleggiato su mari di irrazionalità / ho dormito per non morire / buttando i miei miti di carta / su cieli di schizofrenia”. È l’idea della spogliazione di sé che si fa largo in mare aperto mentre si levano cori sbilenchi e spiritati, una sinfonia fatta di oscillatori, figure popolari virate trance su tastiera, una sorda chiusura.



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