Buzi Giovanni - Aragoste by Buzi Giovanni

Buzi Giovanni - Aragoste by Buzi Giovanni

autore:Buzi Giovanni [Buzi Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


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Porche Malvagità

nove di mattina e incendiava ogni singola pietruzza fino a che non si calava dietro il solco della forcella.

Quel pomeriggio Maurilio ridipingeva gli scuri del piano terra, a torso nudo, un velo di sudore sulle spalle punteggiate dai brufoli. Lei era appena tornata da un’escursione, aveva raggiunto Cima Nove insieme al gruppo di cui faceva parte. Pernottavano al rifugio, iscritti di una qualche sezione del CAI di Bologna o Firenze, non se lo ricordava più. Poche, allusive parole la sera prima. Maurilio aveva dormito di un sonno agitato. Ora lei era seduta vicino a lui, le gambe accavallate fuori dai calzoncini corti, un prendisole azzurro troppo stretto e i capelli raccolti in una coda dietro la nuca. Aveva finito di dipingere l’ultimo scuro troppo in fretta, la vernice blu sbavata sotto il gancio di ferro come uno spartiacque tra prima e dopo.

A dieci minuti di cammino dal rifugio, appena dietro i grandi massi sbriciolati dalle bombe austriache dell’autunno del 1917, Maurilio aveva perso la verginità. L’aveva fatta sdraiare sul piano inclinato di uno dei lastroni grigi, si era sbarazzato dei pochi vestiti di lei e l’aveva presa stando in piedi, stringendole i fianchi fino a lasciarle i segni.

Tornando sul sentiero del memoria, più e più volte mesi e anni dopo, non era mai riuscito a ricordare quanto tempo avessero trascorso in mezzo a quelle schegge di montagna. Erano solo sprazzi di un deliquio limpido e tagliente, singoli fotogrammi senza una narrazione. Il cielo troppo azzurro sopra di loro, quasi viola. Il suo fiato che usciva dalla bocca in respiri troncati. Le mani appena abbronzate con cui lei si afferrava agli spigoli della lastra. Le pareti inondate di luce che li sovrastavano, mute, severe. La pietra calda che sbatteva sulle sue cosce. Il mugolio trattenuto di lei, i suoi incitamenti sottovoce.

Sole. Roccia. Pelle. Sudore. Polvere.

Con certezza, ricordava solo che era esploso nell’orgasmo allontanandosi da lei con una spinta, ritrovandosi in ginocchio ad irrorare con il proprio seme la dolomia ferita sotto di loro.

Poi avevano fatto di nuovo l’amore, quella sera stessa, al rifugio. E

un’altra volta ancora, due anni dopo, quando il suo nome aveva già iniziato ad essere citato sulle riviste specializzate. Tutte e due le volte, Maurilio si era addormentato, dopo, sognando di violentare silenziose statue di pietra grigia.



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