Che cosa chiedere alla storia? by Marc Bloch

Che cosa chiedere alla storia? by Marc Bloch

autore:Marc Bloch [Bloch, Marc]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, Essays, Philosophy
ISBN: 9788868264956
Google: Dzv1AwAAQBAJ
editore: Lit Edizioni
pubblicato: 2014-06-24T22:00:00+00:00


III

Mi sembra necessario prima di tutto prevenire un malinteso molto grave. Se la storia, come strumento di conoscenza, spesso è stata screditata, è perché sovente è stato chiesto a essa quanto per definizione non poteva né doveva dare. Per meglio farmi comprendere, se mi consentite, userò un esempio che è probabilmente familiare a gran parte di voi, ossia l’esempio della storia militare.

Il caso dei professionisti dell’arte militare è molto interessante per lo storico; e si può dire che per noi, uomini di studio a tavolino, il loro esempio possiede qualcosa di particolarmente lusinghiero. Essi paiono essere i soli uomini d’azione che fino a oggi abbiano tentato scientemente di utilizzare le nostre ricerche per fini pratici. La ragione è chiara e, in sé, delle più valide. Ogni conoscenza umana, escluse le matematiche, si fonda sull’esperienza. Ma nel vasto campo delle discipline di osservazione, c’è un settore privilegiato: quello delle scienze che possono provocare l’esperienza, in una parola le scienze sperimentali. Il fisico isola i fenomeni, isola i loro fattori, li combina a suo piacere: perciò acquista sul mondo una padronanza incomparabile. Altre discipline, sfortunatamente, sono ridotte a constatare e ad analizzare le esperienze spontanee che la realtà ci offre. Per scoprire le cause dei fenomeni che esse studiano, sono costrette ad accontentarsi delle svariate combinazioni che si producono da sé, a limitarsi a guardare, senza intervenire, come, di fatto, la presenza o l’assenza di tale o talaltro fattore intervengano nel risultato finale. Il loro ruolo si limita a saper bene scoprire, bene delimitare, bene scomporre, per mezzo del ragionamento, le esperienze naturali. Ora, se esiste un’esperienza che, per motivi evidenti, è impossibile realizzare a proprio gradimento, questa è una grande battaglia. Giammai un professore della Scuola di Guerra, nel desiderio di illustrare il suo corso, ha avuto l’ambizione, allineando gli uni contro gli altri migliaia di uomini in armi, di provocare uno scontro mortale tra loro, per mostrare ai suoi allievi come ciò avvenga e trarne così gli insegnamenti necessari. Io so bene che esistono le grandi manovre. Ma ognuno si rende conto che il rapporto tra una guerra senza uccisioni e senza pericoli con la guerra vera è paragonabile al rapporto tra il divertimento di un bambino occupato a spingere sul tavolo un giochino da quaranta soldi e la guida vera e propria di una locomotiva. Essendo impossibile per loro la sperimentazione, i nostri strateghi non hanno altra risorsa che riferirsi alle esperienze naturali del passato. Per questo, da molto tempo, lo studio analitico della storia militare sta alla base di ogni insegnamento della stessa arte militare.

Niente di più giusto dunque di un tale principio. Tuttavia, chi oserebbe affermare che ha sempre prodotto risultati eccellenti? Se esso ha generato qua e là qualche errore che per avventura ha pesato notevolmente sulla pratica, temo che ciò sia avvenuto perché non è stato applicato in modo corretto, ossia, voglio dire, secondo uno spirito veramente storico. Come, dal punto di vista di uno storico, dovrebbe procedere lo studio di un’esperienza quale, per esempio,



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