Churchill, il vizio della democrazia by Carlo Gabardini

Churchill, il vizio della democrazia by Carlo Gabardini

autore:Carlo Gabardini [Gabardini, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858696088
editore: Rizzoli
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Sono un disastro come padre

Churchill sta ripetendo a memoria un monologo di Shakespeare, lentamente entra nell’interpretazione, si fa prendere la mano, infine declama con intensità. È lo spettro di Amleto, ma anche lo spettro di Churchill. Sul finire del monologo entra la figlia, o forse è solo Churchill che ricorda un dialogo avvenuto o che sarebbe potuto avvenire.

CHURCHILL

Fa attenzione. È quasi giunta l’ora

in cui devo far ritorno al mio tormentoso

fuoco di zolfo.

Non compassionarmi, ma sta ben attento

a ciò che ti svelerò. Ascolta, ché è tuo obbligo

anche di vendicarmi, quando mi avrai udito.

Io sono lo spettro di tuo padre,

condannato a passeggiare di notte

e a digiunare in mezzo al fuoco, di giorno,

finché non saranno purgati e bruciati

i delitti compiuti nei miei giorni terrestri.

Ascoltami, dunque! Se hai amato mai tuo padre

vendica il suo orribile e snaturato assassinio.

Orribile come tutti gli altri, ma in questo caso

più pazzo e snaturato. Ascolta, Amleto.

Si è preteso che mentre dormivo nel mio verziere

un serpente mi avesse punto; e così tutti

gli orecchi di Danimarca furono vilmente ingannati

da questo falso racconto della mia morte.

Ma sappilo, figlio mio, il serpente

che ha punto la vita di tuo padre porta ora

la sua corona.

Oh, orribile, orribile, orribile troppo!

Se non sei snaturato non lo sopportare.

FIGLIA (interrompendolo) Papà?

CHURCHILL (prosegue a declamare cercando di non farsi distrarre) Non permettere che il regale letto di Danimarca sia un giaciglio di lussuria e d’incesto.

FIGLIA (lo interrompe di nuovo con un poco di insistenza in più) Papà?!

CHURCHILL (prosegue a declamare facendole segno che ha quasi finito, di dargli altri venti secondi) Addio, dunque! Il fuoco della lucciola si fa più scialbo, l’alba è prossima.

Addio, addio, addio, ricordati di me.

FIGLIA (dopo un silenzio per accertarsi che il monologo sia finito) Papà, posso adesso?

CHURCHILL Certamente, Sarah.

FIGLIA Senti, volevo chiederti una cosa per stasera.

CHURCHILL (eccitato) Stasera c’è il teatro, mia figlia che calca le scene. Sono molto orgoglioso della mia attrice. (mimando la preparazione) Afferrare saldamente un tumbler, verificarne la perfetta pulizia in controluce, versare due generose dita di scotch, colmare con acqua fresca fino a un centimetro sotto il bordo: scotch e acqua, il cocktail di papà.

FIGLIA (correggendolo, divertita) Il papa-cocktail!

CHURCHILL Il papa-cocktail, brava. Avevi quindici anni quando l’hai inventato e lo raccontavi a tutti. Ti devo confessare che è solo grazie a questo che ho imparato a tollerare l’acqua, che prima mi era sempre risultata indigesta. Ma dimmi di stasera. Se dopo lo spettacolo preferisci andare a cena con la compagnia, capisco; il tuo ingombrante papà griderà il tuo nome fin nei camerini e poi sparirò.

FIGLIA Volevo chiederti se potevi non venire. Non oggi.

CHURCHILL (molto sorpreso, dopo un silenzio) Ma è la prima! E io ti sosterrò!

FIGLIA Papà, a teatro ripeti tutti i monologhi ad alta voce. Durante lo spettacolo.

CHURCHILL Solo quelli più belli, solo Shakespeare... e Schiller... e Marlowe, ma solo...

FIGLIA (interrompendolo) Stasera è Shakespeare, quindi basta lui! Non prenderla male, è solo che non voglio sentirti in prima fila che anticipi le mie battute.

CHURCHILL (tentando soluzioni alternative) Mi siedo in seconda? In terza? (esagerando, vista la faccia poco accondiscendente



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