Connolly John - Charlie Parker 06 - 2007 - Anime morte by Connolly John

Connolly John - Charlie Parker 06 - 2007 - Anime morte by Connolly John

autore:Connolly John [Connolly John]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Amazon: B0067BZKV0
editore: Bur
pubblicato: 2011-08-23T21:00:00+00:00


Capitolo 18

Mentre facevamo ritorno alla sala d'ingresso, il colonnello delle guardie fumava di rabbia cercando di non darlo a vedere. Arrivati nella stanza, ci lasciò soli per qualche minuto. Aimee si sedette e aspettammo in silenzio che Long facesse ritorno con notizie sulle condizioni di Andy Kellog. C'e-ra troppa gente attorno a noi per poter discutere dell'accaduto. Mi guardai intorno: erano tutti immersi nel loro dolore e nella sofferenza di coloro che stavano visitando. Pochi parlavano. C'erano uomini anziani che potevano essere padri, fratelli, amici. Alcune donne si erano portate dietro i bambini, ma anche questi erano silenziosi e controllati. Sapevano cos'era quel posto, e ne avevano paura. Se si fossero messi a correre, o anche soltanto a parlare a voce troppo alta, sarebbero potuti finire lì dentro come i loro papà.

Non sarebbero tornati a casa, un uomo sarebbe venuto e li avrebbe rinchiusi al buio, perché era questo che succedeva ai bambini cattivi. Venivano rinchiusi, e i loro denti marcivano, e sbattevano la faccia contro vetrate di plexiglas per stordirsi fino a perdere conoscenza.

Long riapparve al banco e ci fece cenno di raggiungerlo. Ci disse che Andy si era rotto malamente il naso, aveva perso un altro dente e aveva riportato altre contusioni mentre le guardie cercavano di domarlo, ma che non stava peggio di quanto ci si sarebbe potuti aspettare. La ferita alla fronte aveva richiesto cinque punti, e ora si trovava in infermeria. Non avevano nemmeno usato il Mace, forse perché dall'altra parte della vetrata c'era il suo avvocato. Non vi erano segni di commozione cerebrale, ma per sicurezza sarebbe stato tenuto sotto osservazione durante la notte. Era stato immobilizzato per assicurarsi che non si facesse altro male o che non cercasse di farlo ad altri. Aimee si allontanò per usare il suo telefono in privato lasciandomi solo con Long, che era ancora infuriato con se stesso e con i suoi uomini per quello che era accaduto ad Andy Kellog.

«L'aveva già fatto, qualcosa del genere» disse. «Avevo ordinato di tenerlo bene d'occhio.» Arrischiò un'occhiata ad Aimee, segno che la considerava in parte responsabile per aver costretto i suoi uomini a mantenere le distanze.

«Non dovrebbe essere qui dentro» dissi.

«L'ha deciso il giudice, non io.»

«Be', ha sbagliato. So che ha sentito quello che è stato detto lì dentro.

Non penso abbia avuto molte speranze fin dall'inizio, ma quello che gli hanno inflitto quegli uomini gli ha tolto quelle poche che gli erano rimaste.

Il Max lo sta soltanto facendo impazzire sempre più, e il giudice l'ha condannato a una follia graduale. Non puoi tenere rinchiuso un uomo in un luogo simile senza possibilità di rilascio e aspettarti che rimanga equilibra-to, e Andy Kellog lo era già a malapena da bambino.»

Long ebbe la decenza di sembrare imbarazzato. «Facciamo quello che possiamo per lui.»

«Non è sufficiente.» Me la stavo prendendo con lui, ma sapevo che non era colpa sua. Kellog era stato condannato e imprigionato, e non spettava a Long mettere in dubbio quella decisione.

«Forse pensa che starebbe meglio con accanto il suo amico Merrick»

disse.



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