Conrad Joseph - 1900 - Lord Jim by Conrad Joseph

Conrad Joseph - 1900 - Lord Jim by Conrad Joseph

autore:Conrad Joseph
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 2011-06-14T10:33:44+00:00


"So halt' ich's endlich denn in meinen Händen,

Und nenn'es in gewissem Sinne mein".

«Diede enfasi all'ultima parola abbassando improvvisamente la voce, e lentamente distolse gli occhi dal mio sguardo. Cominciò a caricare in silenzio e con grande concentrazione una pipa dalla lunga canna, quindi, tenendo fermo il pollice sull'apertura, rialzò gli occhi su di me con aria significativa.

«"Sì, amico mio. Quel giorno avevo realizzato tutti i miei desideri; avevo dato una grande delusione al mio principale nemico; ero giovane e forte; avevo amici; avevo l'amore (che pronunciò come "amoore") di una donna e della mia bambina, e tutto ciò mi riempiva il cuore - e persino ciò che una volta avevo sognato la notte ora era fra le mie mani!".

«Accese un fiammifero, che emise un vivo bagliore. La sua faccia placida e pensosa si contrasse in una smorfia.

«"Amici, moglie, figli", disse lentamente fissando la fiammella - "pfuu!". Spense il fiammifero con un soffio. Sospirò volgendosi nuovamente alla teca di vetro. Le ali fragili e bellissime palpitarono leggermente, come se il suo alito avesse per un istante richiamato alla vita quel magnifico oggetto dei suoi sogni.

«"L'opera", cominciò improvvisamente indicando le striscioline sparse, con il suo tono consueto, dolce e cordiale, "sta facendo grandi progressi. Io stavo descrivendo questo raro esemplare... Nein! E lei, che buone notizie mi porta?"

«"A dirle la verità, Stein", dissi facendo uno sforzo che mi sorprese, "sono venuto per descriverle io un esemplare..."

«"Farfalla?", chiese prontamente con un tono di ironica incredulità.

«"Niente di così perfetto", risposi, sentendomi di colpo riassalire da ogni sorta di dubbi. "Un uomo!".

«"Ach so!" mormorò, e l'espressione sorridente che vedevo rivolta verso di me si fece seria. Quindi, dopo avermi guardato per un po', disse lentamente: "Bene - sono un uomo anch'io".

«Questo era Stein; sapeva dare un incoraggiamento così generoso da far nascere perplessità in chi aveva una moderata fiducia; ma la mia esitazione, se ci fu, non durò molto.

«Mi ascoltò con attenzione fino alla fine, seduto con le gambe accavallate. A volte la sua testa spariva completamente in un grande sbuffo di fumo e da quella nuvola usciva un grugnito di simpatia. Quando finii, raddrizzò le gambe, depose la pipa e con aria di grande serietà si piegò verso di me, con i gomiti appoggiati sui braccioli della sedia e le punte delle dita riunite insieme.

«"Capisco benissimo. Un romantico".

«Aveva fatto una diagnosi perfetta di quel caso, e dapprima fui sorpreso dalla semplicità della spiegazione; quel colloquio assomigliava a tal punto a un consulto medico - Stein, con il suo aspetto di scienziato, seduto su una sedia davanti a una scrivania, ed io in ansiosa attesa di fronte a lui, ma un po' di lato - che mi sembrò naturale domandargli:

«"C'è qualche rimedio?".

«Alzò il suo lungo indice.

«"Ce n'è uno solo! C'è un'unica cosa che può guarirci dalla malattia di essere ciò che siamo!". Il dito scese sulla scrivania con un colpo rapido. Il caso che prima aveva fatto apparire così semplice divenne ancor più semplice - e assolutamente disperato. Ci fu una pausa. "Sì", dissi, "più precisamente, la questione non è come guarire, ma come vivere".



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