Conrad Joseph - 1902 - Al limite estremo by Conrad Joseph

Conrad Joseph - 1902 - Al limite estremo by Conrad Joseph

autore:Conrad Joseph [Conrad Joseph]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, Classics, Action & Adventure
ISBN: 9788811137733
Google: JzqAKa-2ZNoC
editore: Garzanti Classici
pubblicato: 2013-01-15T23:00:00+00:00


XI

Sterne attraversò il ponte sulle tracce del capo macchinista. Jack, il secondo di macchina, che scendeva all'indietro la scaletta della sala macchine, asciugandosi ancora le mani, gli offrì un incomprensibile sorriso di denti bianchi dalla sua faccia sudicia e grintosa; Massy era introvabile. Sterne raspò delicatamente alla porta e poi, appoggiando le labbra alla rosetta del ventilatore:

«Signor Massy», disse, «le devo parlare. Mi conceda solo un paio di minuti».

«Ho da fare. Stia lontano dalla mia porta».

«Ma la prego, signor Massy...».

«Se ne vada. Non ha sentito? Sparisca, lontano, all'altro capo della nave, via via...». La voce dall'interno si abbassò. «Vada al diavolo».

Sterne tacque, poi molto piano:

«È piuttosto urgente. Quando pensa di essere libero, signore?».

La risposta fu un esasperato «Mai», e immediatamente Sterne, con un'espressione del volto molto ferma, girò la maniglia.

L'alloggio del signor Massy - una cabina stretta a una cuccetta - odorava forte di sapone, e allo sguardo presentava un nitore spazzato, spolverato e sguarnito, più che nudo, sterile, più che austero, spoglio e senza umanità, simile alla corsia di un ospedale, o meglio (date le piccole dimensioni), al rifugio pulito di una persona disperatamente povera ma esemplare. Neanche una fotografia incorniciata che ornasse le pareti; non un solo capo di vestiario, nemmeno un berretto di ricambio, che pendesse dai ganci di ottone. L'interno era dipinto in un'unica tinta uniforme azzurro pallido; due grosse casse da marinaio ricoperte di fodere di tela da vele e chiuse con lucchetti di ferro s'incastravano esattamente nello spazio sotto la cuccetta. Bastava un'occhiata per abbracciare tutta la stretta superficie di assi lucidate entro i quattro angoli scoperti. Si restava sorpresi dalla mancanza del consueto divano; il coperchio di teak del lavabo sembrava ermeticamente chiuso, come anche la ribalta della scrivania, che si protendeva dal divisorio ai piedi del letto, che conteneva un materasso sottile come una frittata sotto una coperta consunta con una striscia rossa sbiadita, e una zanzariera ripiegata che serviva per le notti fermi in porto. Non si vedeva un pezzo di carta da nessuna parte, niente stivali sul pavimento, nessun genere di rifiuti, non un granello di polvere, neppure tracce di cenere della pipa, il che, in un accanito fumatore, era moralmente rivoltante, come una manifestazione di ipocrisia estrema; e il fondo della vecchia poltrona di legno (l'unico posto per sedersi), lustro dall'uso, splendeva come se su quel logorio fosse stata passata la cera. Lo schermo di foglie sulla sponda, che passava come se venisse srotolato senza fine nell'apertura rotonda dell'oblò, proiettava nella stanza un tremulo reticolo di luce e di ombra.

Sterne, che con una mano teneva la porta aperta, aveva ficcato dentro la testa e le spalle. A questa sorprendente intrusione, Massy, che non stava facendo assolutamente nulla, balzò in piedi senza parole.

«Non mi insulti», mormorò Sterne, precipitosamente. «Non voglio essere insultato. Io non penso che al suo interesse, signor Massy».

Seguì una pausa come di estremo stupore. Sembrava che avessero perso entrambi la lingua. Poi il primo ufficiale proseguì con circospetta loquacità:

«Lei non potrebbe nemmeno concepire che cosa sta accadendo a bordo della sua nave.



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