Conrad Joseph - 1915 - Vittoria by Conrad Joseph

Conrad Joseph - 1915 - Vittoria by Conrad Joseph

autore:Conrad Joseph [Conrad Joseph]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General, 长篇小说, British-literature
ISBN: 9788852063596
Google: SUn3BwAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2015-04-06T22:00:00+00:00


IV

Lena appoggiava i gomiti alle ginocchia, e si reggeva il capo con entrambe le mani.

«Sei stanca di star seduta qui?» domandò Heyst.

Un movimento negativo del capo, quasi impercettibile, fu tutta la risposta che ella gli diede.

«Perché hai quell’aria così seria?» continuò lui, e immediatamente pensò che un’abituale seriet�, a lungo andare, era cosa molto più sopportabile di una costante gaiezza. «In ogni caso, questa espressione ti sta estrememente bene», aggiunse, non per diplomazia, ma perché, per la tendenza del suo gusto, era un’affermazione vera. «E purché io sia sicuro che non è la noia a darti quest’aria severa, sono disposto a star seduto qui e guardarti finché tu non abbia voglia di andare».

E questo era vero. Egli era ancora sotto il sortilegio recente della loro vita in comune, sotto la sorpresa della cosa nuova, la vanit� lusingata dal possesso di questa donna; poiché un uomo, questo, lo deve sentire, a meno che non abbia cessato di essere mascolino. Gli occhi di lei si mossero nella sua direzione, si posarono sopra di lui, poi tornarono a fissarsi sull’ombra più profonda, ai piedi dei tronchi diritti, le cui fronde sparse lentamente allontanavano da loro la propria ombra. L’aria calda si muoveva leggermente intorno al suo capo immoto. Non voleva guardar lui, per un qualche oscuro timore di tradirsi. Nella sua profondit� più intima ella sentiva un desiderio irresistibile di abbandonarsi a lui in modo ancor più completo, con un qualche atto di sacrificio assoluto. Questa era una cosa di cui pareva che lui non avesse alcuna idea. Era uno strano essere, lui, senza bisogni. Ella sentiva i suoi occhi fissi sopra di lei; e poiché egli rimaneva silenzioso, disse, a disagio, poiché non sapeva mai cosa potessero significare i suoi silenzi:

«E così, vivesti con quell’amico, quel brav’uomo?»

«Un tipo eccellente», rispose Heyst, con una prontezza che ella non si aspettava. «Ma, da parte mia, fu una debolezza. Realmente, io non lo avrei voluto; ma lui non mi lasciava andare, e io non avrei saputo spiegarmi. Era quella specie di uomo al quale non si può spiegare nulla. Era estremamente sensibile, e sarebbe stato un atto da belva tormentare i suoi sentimenti delicati con quella specie di discorsi espliciti che sarebbero stati necessari. Il suo spirito era come una stanza pura, dalle mura bianche, che avesse per mobilio, poniamo, sei sedie di paglia, e lui continuava a metterle e spostarle in varie combinazioni. Ma erano sempre le stesse seggiole. Era un uomo facilissimo da viverci assieme; ma poi, gli venne questa idea del carbone, o piuttosto, l’idea si impossessò di lui. Entrò in quella camera cosi scarsamente ammobiliata di cui parlavo or ora, e si sedette su tutte le seggiole. Sai, non c’era modo di farlo uscire! Sarebbe stata la sua fortuna, la mia fortuna, la fortuna di tutti. Negli anni precedenti, in quei momenti di dubbio che vengono ad un uomo deciso a rimanere libero dalle assurdit� dell’esistenza, mi ero spesso domandato, con subitaneo spavento, in che modo la vita avrebbe cercato di impossessarsi di me.



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