Conrad Joseph - 1932 - Un reietto delle isole by Conrad Joseph

Conrad Joseph - 1932 - Un reietto delle isole by Conrad Joseph

autore:Conrad Joseph [Conrad Joseph]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, Classics
ISBN: 9788842556343
Google: tsAGswEACAAJ
editore: Ugo Mursia Editore
pubblicato: 2015-12-14T23:00:00+00:00


«Venne con voi? Non mi ricordavo. Insomma, quel Jim-Eng, sbucò fuori dal cespuglio e mi cadde, per così

dire, tra le braccia. Ansimando, mi disse che lo inseguivano perché si era rifiutato di togliersi il cappello davanti alla bandiera. Non era tanto che fosse spaventato, ma era arrabbiato e indignato. Ovviamente era dovuto scappare di corsa;

aveva una cinquantina di uomini alle costole - amici di Lakamba - ma era intenzionato a dar battaglia. Diceva di essere

un inglese, e non si sarebbe tolto il cappello davanti a nessun'altra bandiera se non quella inglese. Cercai di calmarlo, mentre la folla urlava dall'altra parte del fossato. Gli dissi che doveva prendere una delle mie piroghe e attraversare il fiume. Doveva restare sull'altra riva per un paio di giorni. Disse di no. Lui no. Era inglese, e li avrebbe affrontati tutti quanti. Mi dice: «Non sono altro che dei negri. Noi bianchi» , intendendo io e lui, «possiamo sconfiggere chiunque a

Sambir» . Era fuori di sé per la rabbia. La folla si acquietò un poco e pensai che senza eccessivi rischi avrei potuto

offrire asilo a Jim-Eng, quando tutt'a un tratto sentii la voce di Willems. Mi gridò in inglese: «Lascia entrare quattro uomini nel tuo recinto per prendere quel cinese!» . Non risposi. Dissi a Jim-Eng di tacere anche lui. Poi, dopo un po',

Willems grida di nuovo: «Non fare resistenza, Almayer. È un consiglio. Sto trattenendo la folla. Non fare resistenza!» .

La voce di quel pezzente mi fece uscire dai gangheri; non potei farci nulla. Gli urlai: «Sei un bugiardo!» , e proprio in quel momento Jim-Eng, che si era strappato di dosso la giacca e rimboccato i pantaloni pronto per combattere, proprio

allora quello mi toglie di mano la rivoltella e spara un colpo attraverso i cespugli. Vi fu un grido acuto - doveva aver colpito qualcuno - e un grande strillo, e in un batter d'occhio oltrepassarono il fossato, attraversarono i cespugli e ci furono addosso! Ci hanno letteralmente travolto! Non c'era minimamente modo di resistergli. Io venni calpestato, JimEng si prese una dozzina di ferite su tutto il corpo e nell'impeto ci trascinarono fino a metà del cortile. Avevo gli occhi e la bocca pieni di polvere; ero sdraiato supino con tre o quattro tizi seduti sopra. Potevo sentire JimEng che, non lontano da me, cercava di gridare. Di tanto in tanto lo strangolavano e cominciava a gorgogliare. Io stesso respiravo a fatica con due tizi pesantissimi sul petto. Willems arrivò di corsa e ordinò loro di tirarmi su, ma di tenermi stretto. Mi portarono sulla veranda. Mi guardai intorno, ma non vidi né Alì né la bambina. Mi sentii tranquillizzato. Mi divincolai un poco...

Oh, mio Dio!» .



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