Controvento: Storie e viaggi che cambiano la vita by Federico Pace

Controvento: Storie e viaggi che cambiano la vita by Federico Pace

autore:Federico Pace [Pace, Federico]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: 2017
ISBN: 9788858425992
editore: Einaudi
pubblicato: 2017-05-15T22:00:00+00:00


Far nascere se stessi

Passare il confine tra Messico e Stati Uniti. Quasi come cambiare natura o universo. Varcare una soglia geografica, ma anche, allo stesso tempo, superare un limite intimo e personalissimo. Passare una porta stretta e trovare dall’altra parte quel che non si sapeva di possedere. Abbandonare qualcosa senza sapere cosa si riuscirà a recuperare, se mai qualcosa si potrà recuperare. Quasi come passare attraverso una tempesta.

Il tifone, la tempesta, il cavallo indomito della sofferenza si presentò presto a Frida Kahlo. Dovette sentirlo vicinissimo quando, i primi giorni di settembre del 1932, salí sul treno che l’avrebbe portata da Detroit fino a Città del Messico. E da lí fino a Coyoacán, quel villaggio che esisteva prima ancora che arrivassero il ferro e la brama delle conquiste spagnole. Fino alla capitale dei Tepanichi, dove un tempo c’erano le acque del lago di Texcoco, dove abitava la sua famiglia. Fin dentro il covo dei suoi affetti. Un telegramma spedito dalla sorella le aveva comunicato che sua madre stava molto male. Quel messaggio era stato l’unico modo di avvertirla. Un tifone si era abbattuto sulla regione travolgendo tutto, strade, fiumi, uomini, linee telefoniche. Per arrivare fino a quel grumo di case nel cuore del Messico non c’erano voli aerei. Non c’era un solo modo, per Frida, di telefonare alla sorella. Non potevano confortarsi, dirsi tutte le parole che volevano dire. O anche starsene in silenzio da un capo all’altro dei due mondi, quasi mute, a sentire il respiro l’una dell’altra.

Quando si è vicini a un confine geografico, intimo, umano, personalissimo, al primo vento che soffia, alla prima avvisaglia di tempesta capita che si abbia voglia di cercare un riparo, un antro che protegga dalla furia del tifone. La sofferenza, irrimediabilmente umana, rimane un cavallo che non sappiamo domare. Tentare di salirci sopra è cosí spaventevole che preferiamo posporre l’impresa per tutto il tempo che ci viene concesso. Dentro il remoto spazio di sé ci illudiamo con il pensiero che il tifone passerà altrove. Girerà al largo. Ma è solo un inganno.

In treno Frida non si nascose, non cercò che qualcun altro domasse il cavallo della sofferenza al posto suo e cominciò a prepararsi a superare quel confine geografico, intimo, umano e personalissimo. Le fermate che toccò il treno della Wabash Railway dovettero apparirle come un sogno, un qualcosa di distaccato dalla realtà. Oppure, come a volte accade, siamo noi stessi che sembriamo qualcos’altro rispetto a quello che siamo stati, un sogno che abita una realtà inafferrabile e incomprensibile. In quella terra sconosciuta in cui ci getta la sofferenza, ogni cosa appare diversa, incerta. E si diventa stranieri anche dove siamo stati di casa. Gli Stati Uniti e il Messico. Gringolandia e la terra del cuore. Vederli con gli occhi, attraversarli con il corpo. Detroit, la sponda orientale del maestoso lago Erie, il confine con l’Ohio, Toledo, i meandri del fiume Maumee, le grandi distese agricole, poi l’Indiana, Fort Wayne, i profili delle fabbriche che chiudevano durante la Grande Depressione, Logansport e le colture di mais.



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