Crazy for football by Volfango De Biasi Francesco Trento

Crazy for football by Volfango De Biasi Francesco Trento

autore:Volfango De Biasi, Francesco Trento
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Longanesi
pubblicato: 2017-09-28T16:00:00+00:00


Succede, per esempio, che nel giro di due ore siamo senza riscaldamento. Non in tutto l’aereo: nella nostra sezione, quella di coda.

Fa un freddo micidiale che ci costringe dentro le copertine in dotazione. Ne chiediamo altre, le hostess continuano a portarne senza sosta, assieme a scuse mortificate, condite da incomprensibili spiegazioni tecniche: non funziona il bla bla qualcosa. Stanno cercando di risolvere, dovrebbe essere temporaneo, in testa all’aereo è tutto a posto, il calore dovrebbe diffondersi, o almeno ecco, bla, bla.

Non si diffonde nulla, se non un certo nervosismo. Dopo neanche mezz’ora le copertine diventano sari indiani, mantelli, toghe da senatori romani. Le indossiamo una sull’altra, in ogni modo, sopra i maglioni e le giacche che tornano presto giù dalle cappelliere. Soffriamo tutti insieme un disagio che da fisico diventa presto anche emotivo.

«Ma è normale questo freddo?» chiede Ruben a nome di tutta la squadra.

«È una nuova offerta Alitalia», scherza Francesca, che ha prenotato i voli per tutti. «Tariffa criogenesi: ti congeli in volo e arrivi due anni più giovane di quando sei partito». Ridiamo tutti, e per un attimo quella risata ci riscalda. Santo rincara: «Ci è costato parecchio, ma così abbassiamo l’età media e vinciamo il mondiale».

L’allegria, però, non dura molto. Pochi minuti e diventiamo solo corpo: piedi ghiacciati attaccati a gambe intorpidite innestate su tronchi che si contraggono per i brividi.

I ragazzi si agitano, e noi con loro.

Le lamentele di Antonio diventano una litania. Stefano, iperattivo, continua a chiedere spiegazioni al personale di bordo. Enrico comincia a rabbuiarsi.

Sandrone, invece, placido nella sua copertina, pare un Giulio Cesare transcontinentale, in viaggio verso una nuova campagna da raccontare ai posteri: il De Bello Nipponico.

Intanto, l’aereo vola incontro alla notte. Il buio arriva più velocemente, per via del fuso orario, e nella fusoliera si abbassano le luci.

Vincenzo passa tra i sedili, consigliando ai ragazzi di provare a dormire. Il viaggio è lungo e bisogna cercare di far riposare i muscoli dopo gli ultimi allenamenti, molto intensi. Che poi, da domani, si ricomincia. E chi non ha dormito soffrirà.

I giocatori provano a seguire il loro preparatore atletico, ma la temperatura e il rollio dei motori, uniti a qualche scossone che fa riaprire gli occhi preoccupati, non facilitano di certo il compito. Un’ora o due e per alcuni quel limbo tra la veglia e il sonno diventa un luogo insopportabile, una terra di frontiera scomoda e inospitale. Qualcuno riprende a leggere un libro, a guardare un film.

Altri, invece, si agitano innervositi sul loro sedile, sbirciando di continuo l’orologio. Finché, stremati, Luís, Enrico e Sam invocano un aiuto per rilassarsi e tentare di riposare. Il loro educatore, Claudio, controlla la scatola coi medicinali, sempre a portata di mano per la terapia «al bisogno». Ci sono dei Tavor da 2,5 milligrammi. Forse troppi. Lo chiede a Santo, che consiglia di dividere le pasticche in due. Metà basta e avanza.

Claudio distribuisce il farmaco ai suoi ragazzi: alla fine del giro, gli resta mezza pasticca. La guarda per un attimo, valutandola.

«Mi sa che me la prendo io, va’», dice a Luís, che sorride a questo gesto di eguaglianza, di condivisione.



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