Da Rousseau alla piattaforma Rousseau (Italian Edition) by Cannavò Salvatore

Da Rousseau alla piattaforma Rousseau (Italian Edition) by Cannavò Salvatore

autore:Cannavò, Salvatore [Cannavò, Salvatore]
La lingua: ita
Format: epub
editore: PaperFIRST
pubblicato: 2019-11-20T23:00:00+00:00


Conclusioni

Come abbiamo potuto desumere dalle citazioni storiche e in particolare dal dibattito parlamentare italiano qui ripercorso, l’equilibrio tra democrazia diretta e rappresentativa non solo è possibile, ma anche necessario e oltre modo auspicabile. Norberto Bobbio si diceva convinto che «i significati storici di democrazia rappresentativa e di democrazia diretta sono tali e tanti che non si può porre il problema in termini di aut aut come se ci fosse una sola possibile democrazia rappresentativa e una sola possibile democrazia diretta». La sua conclusione è che «si può solo porre il problema del passaggio dall’una all’altra attraverso un continuum in cui è difficile dire dove finisce la prima e dove comincia la seconda». In questo senso “un sistema di democrazia integrale” può contenere tutte le forme di democrazia rappresentativa e tutte le forme di democrazia diretta intese come «due sistemi che possono integrarsi a vicenda», due forme di democrazia che «sono entrambe necessarie ma non sono di per sé considerate sufficienti». [13]

Resta però il fatto che un ulteriore salto nel continuum indicato da Bobbio è forse necessario. Kelsen provava a recuperare elementi di democrazia diretta nel tronco considerato solido e immodificabile della democrazia rappresentativa. Si potrebbe però anche ipotizzare un movimento contrario: innestare solide funzioni rappresentative in uno schema fondato sulla democrazia diretta nel senso dell’«assemblea di cittadini deliberanti». La democrazia diretta può servirsi certamente del referendum e di altri strumenti, anche del sorteggio. Ma, se vuole rispettare la “compresenza fisica del popolo” di cui parla Rousseau o la “ pure democracy ” definita da Madison, ha bisogno di un soggetto fondativo attorno al quale organizzare partecipazione. La tentazione plebiscitaria può essere, in realtà, l’effetto di un simile vuoto e l’atomizzazione cui rimanda la Piattaforma Rousseau nasconde questo rischio. «La sovranità» scrive del resto Rousseau, «non può essere rappresentata per la stessa ragione per cui non può essere alienata» e ogni legge che «il popolo non abbia direttamente ratificato è nulla».[14] Occorre quindi un di più anche per inverare l’articolo 1 della Costituzione che stabilisce che la sovranità “appartiene” al popolo non semplicemente “emana” (come nota Vezio Crisafulli) e quindi va organizzata in forme tali da garantire che la democrazia sia espressione di una effettiva decisione popolare.

Sul punto di raccordo tra partecipazione e rappresentanza, tra forme della democrazia diretta come “compresenza fisica” e istituzioni che mediano quella partecipazione, non si sono mai fatti grandi passi avanti. Solo nell’ambito del “socialismo”, Karl Marx, scrivendo della Comune di Parigi, reimposta la sua concezione dello Stato passando dalla centralizzazione autoritaria del potere descritta nel Manifesto del partito comunista , all’«autogoverno dei produttori» di cui scrive ne La guerra civile in Francia : «In un abbozzo sommario di organizzazione nazionale, che la Comune non ebbe il tempo di sviluppare, è stabilito con chiarezza che la Comune doveva essere la forma politica anche del più piccolo villaggio di campagna […] Le comuni rurali di ogni distretto dovevano amministrare i loro affari comuni mediante un’assemblea di delegati con sede nel capoluogo e queste assemblee distrettuali dovevano a



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