Dancing Days by Paolo Morando

Dancing Days by Paolo Morando

autore:Paolo Morando [Morando, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economica Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2020-07-14T22:00:00+00:00


2. L’adulterio al microscopio

Torniamo alla lettera. Il precedente del cinquantenne animato da Barbiellini Amidei e un successivo episodio fanno sospettare che anche quella dell’adultera possa essere stata costruita in redazione. Nessuna certezza, solo indizi. A partire dall’inchiesta in tre puntate sull’adulterio che, a tamburo battente (dunque preparata per tempo), il Corriere pubblica in prima pagina già all’indomani della pubblicazione della lettera. Di Bella la commissiona a un altra penna di vaglia, quella di Leonardo Vergani, figlio di Orio e fratello minore di Guido: una dinastia giornalistica che ha fatto la storia di via Solferino. È uno dei più stretti collaboratori di Di Bella, Vergani junior: a lui il direttore si affida spesso quando decide di affrontare temi inusuali. Magari usando canali diversi dalle paludate pagine del quotidiano, come il Corriere Illustrato, che Di Bella utilizza per tastare il polso del pubblico su argomenti che non si fida di proporre in prima battuta attraverso il Corriere. Specie nelle pagine della cultura presidiate da colleghi come Raffaele Fiengo, Cesare Medail e Adriana Mulassano, attentissimi a ogni sortita del direttore su temi borderline. E sono temi che quasi sempre Di Bella affida a giornalisti di cui si fida ciecamente: Luca Goldoni ad esempio, e soprattutto Leo Vergani. E d’altra parte è proprio Vergani a realizzare in poche settimane il libro Morire per un amore nel solco aperto dalla lettera del cinquantenne.

L’amore in prima pagina se lo ricorda bene Gigi Moncalvo, ora giornalista televisivo tra i più noti (è da anni ospite pressoché fisso del “Processo” di Biscardi), già capostruttura di Rai 2 ed ex direttore della Padania. Era al Corriere, nei giorni delle lettere del cinquantenne e dell’adultera, proprio all’ufficio centrale che confeziona la prima pagina: sarà lo stesso Di Bella a promuoverlo sul campo pochi mesi dopo caporedattore degli spettacoli. «È un metodo talvolta o spesso in voga in moltissimi giornali, anche autorevoli, quello della “lettera inventata” – afferma oggi Moncalvo –, parlare di “falso” è però eccessivo, meglio sarebbe “verosimiglianza”. Può darsi che arrivino più lettere su un tema o che ne arrivi una sola, ma che non si possa riprodurla poiché chi la firma chiede di non pubblicarla, o di non indicare il suo nome. Allora si ricorre a una sorta di “riscrittura”».

Collocato in un punto nodale, da cui può osservare come pochi il funzionamento della catena di comando che governa la redazione, Moncalvo è testimone privilegiato di alcune delle vicende più scottanti del Corriere. Come ad esempio nel giugno del ’77, il giorno dopo la gambizzazione di Indro Montanelli da parte delle Br, quando il nome dell’illustre ferito non comparirà nel titolo di taglio in prima pagina. È proprio lui a occuparsene: ne compone diversi, su più cartelle, che poi sottopone al proprio caposervizio, che a sua volta li “gira” al caporedattore centrale, su su fino alla direzione. In un lunghissimo articolo sulla Padania, 26 anni dopo i fatti, Moncalvo ricostruirà quella sera in via Solferino, la propria sorpresa nel vedersi restituita solo una delle sue cartelle, con numerose correzioni, senza più il nome di Montanelli.



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