Delitto in cielo by Agatha Christie

Delitto in cielo by Agatha Christie

autore:Agatha Christie
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
editore: Mondadori
pubblicato: 1935-01-01T05:00:00+00:00


13

Jane si presentò da "Antoine», la mattina dopo l'inchiesta, con una certa trepidazione. La persona che, in genere, era considerata come "Monsieur Antoine» (il cui nome reale era quello di Andrew Leech e le cui pretese di aver una nazionalità straniera si riducevano al fatto di essere di madre ebrea) la salutò con un cipiglio poco promettente.

Ormai, appena varcata la soglia del negozio di Bruton Street, parlare in un inglese smozzicato era diventata, per lui, una seconda natura. Aggredì Jane definendola una completa imbécile. E si poteva sapere, poi, per quale motivo aveva voluto viaggiare in aereo? Che idea! La sua scappatella poteva procurare un sacco di guai al negozio di cui era proprietario. Quando finalmente le ebbe manifestato, senza perifrasi, il suo malcontento, Jane riuscì a sfuggirgli ricevendo una strizzatina d'occhi da parte della sua amica Gladys.

Gladys era una biondina eterea con un modo di fare pieno di sussiego e una voce lieve, distaccata, molto professionale. In privato, la sua voce era rauca e scherzosa.

"Non te la prendere, cara" disse a Jane. "Quel vecchiaccio insopportabile si è messo a sedere vicino alla siepe e sta ad aspettare per vedere da che parte finirà per saltare il gatto. Secondo me, non salterà affatto dalla parte che lui si aspetta. Ciao, cara, ecco quella diavolessa che sta arrivando. Accidenti a lei. Ho il sospetto che farà una scenata, come al solito. Spero soltanto che non si sia portata dietro quel suo insopportabile cagnolino."

Un attimo più tardi si poté sentire la voce di Gladys che esclamava, nel suo tono fievole, distaccato:

"Buongiorno, signora, non ha portato quel tesorino del suo pechinese? Vogliamo cominciare con lo shampoo? Così saremo subito pronte per Monsieur Henry."

Jane era appena entrata nella cabina adiacente dove una donna con i capelli rossicci era seduta, aspettandola. Nel frattempo si stava esaminando il viso e diceva ad un'amica:

"Carissima, la mia faccia stamattina è addirittura spaventosa, è proprio..."

L'amica, che stava sfogliando con aria annoiata una vecchia copia di Sketch, rispose in un tono privo di interesse:

"Trovi, tesoro? A me sembra più o meno la solita."

All'ingresso di Jane, l'amica annoiata smise di sfogliare Sketch e sottopose Jane a un attento esame. Poi disse:

"È proprio così, carissima. Ne sono certa."

"Buongiorno, signora" fece Jane con quel tono di voce spensierato e vivace che ci si aspettava da lei e che, ormai, riusciva a ottenere meccanicamente, senza il minimo sforzo.

"È molto tempo che non vi vedevamo qui da noi! Immagino che siate stata all'estero."

"Antibes" disse la signora con i capelli rossicci la quale, a sua volta, stava fissando Jane con estremo interesse.

"Che bellezza" esclamò Jane con un falso entusiasmo.

"Vediamo un po', volete fare solo lo shampoo e la messa in piega oppure anche la tinta, quest'oggi?"

Momentaneamente distratta dal suo esame così attento, la signora con i capelli colorati all'henné si sporse in avanti e si esaminò con attenzione la chioma.

"Credo che potrò tirare avanti ancora per una settimana. Dio Santo, sono proprio uno spavento!"

L'amica disse:

"Beh, tesoro, che cosa pretendi a quest'ora del mattino?"

E Jane:

"Ah! aspettate che Monsieur Georges abbia finito di dedicarsi a voi.



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