Dialogo (Einaudi) by Primo Levi Tullio Regge

Dialogo (Einaudi) by Primo Levi Tullio Regge

autore:Primo Levi, Tullio Regge [Primo Levi, Tullio Regge]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 0
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


1. Si tratta dei Sommersi e i salvati, poi pubblicato nel 1986 [N.d.C.].

Il mio amico Primo

Postfazione di Tullio Regge

Non ricordo esattamente quando ho incontrato per la prima volta Primo Levi. Dell’incontro ebbe merito il matematico Corrado Bohm, che piú di vent’anni fa era mio collega presso l’Università di Torino. L’avevo invitato a cena a casa mia, e mi chiese se poteva portare con sé Primo. Dissi che saremmo stati felici di averlo con noi. Dopo una breve presentazione, Primo tirò fuori da una scatola dei fiori artificiali fatti con fili di acciaio e plastica a tinte vivaci. Avevo già visto qualcosa di simile in un negozio e mi scappò una gaffe:

– Carini. Dove li ha acquistati?

Primo rimase deluso:

– Comprati? Li ho fatti io stesso con una plastica che ho inventato, non può averli visti altrove…

– Eppure li ho visti in vendita per pochi dollari nei negozi di Princeton, negli Stati Uniti usano la plastica per fare dei fiori artificiali. Sono orribili, ma li ho subito acquistati.

– Ma perché le interessano?

– Perché illustrano lo storico problema di Plateau in cui si richiede la costruzione di una superficie di area minima avente un contorno dato. In questo caso il contorno è realizzato da un filo d’acciaio e la superficie è formata da un film plastico tenuto teso dal filo. Volendo si può ottenere lo stesso effetto usando un film di soluzione saponosa ma in questo caso non lo si può toccare.

Era esattamente lo stesso motivo per cui Primo aveva sviluppato la sua plastica. Passato il primo istante di delusione la nostra conversazione si animò immediatamente. Primo aveva una cultura scientifica vasta ed equilibrata, come divulgatore sapeva usare un linguaggio semplice ed accessibile a tutti. Durante la cena parlammo di scienza e oggi rimpiango di non avere tenuto nota di quanto fu detto.

A fine pasto Primo cambiò d’improvviso argomento. Disse:

– Fra l’altro durante la guerra sono stato in un campo di concentramento.

Era un bell’esempio di understatement. Preso alla sprovvista, non seppi cosa dire. È probabile che me la sia cavata con qualche banalità. Ancora oggi non so come avrei potuto portare la conversazione sul tema della Shoah.

Quando Primo Levi era già scomparso, fui invitato in Polonia. Visitai Varsavia e Cracovia, e da lí feci una puntata ad Auschwitz. Sono entrato attraverso il cancello che porta la scritta «Arbeit macht frei»; ho visto immagini orrende e un filmato che mostrava l’arrivo dell’Armata Rossa; ho ascoltato la marcia funebre di Beethoven; ho memorizzato dati statistici agghiaccianti. Primo mi è ritornato nella memoria. Anch’io mi ritrovo a lottare contro i meccanismi della rimozione, che tendono ad allontanare fatti e memorie dolorosi.

La curiosità intellettuale di Primo era davvero senza limiti. La teneva continuamente in esercizio, padroneggiava quattro o cinque lingue, conosceva bene la storia antica e recente, gli piaceva discutere di scienza. Non era l’unico scrittore italiano ad avere interessi scientifici, in questo gli teneva buona compagnia Italo Calvino.

Mi disse d’aver preparato la sua tesi di laurea in fisica nello stesso edificio in cui, anni dopo, mi ero laureato io, e in cui in quel momento avevo il mio ufficio.



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