Dirsi tutto by Dario Fertilio

Dirsi tutto by Dario Fertilio

autore:Dario Fertilio [Fertilio, Dario]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Lindau
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


L’eredità del Trivio

Le arti liberali del Trivio e del Quadrivio, nel Medioevo destinate principalmente ai funzionari e ai burocrati dell’amministrazione statale, oltre che in generale alle persone libere da dipendenze e schiavitù, oggi ritornano a noi con una rinnovata carica di modernità. Essa è legata alla chiarezza con cui quegli insegnamenti si sforzavano di fondere teorie e pratiche da utilizzare quotidianamente. Ed è proprio questo nesso inscindibile che le lega al presente, come precursori dell’arte attuale della comunicazione, poiché quest’ultima è costantemente alla ricerca di una definizione che, stabilendone i limiti, ne sviluppi al massimo l’influenza.

Molto più che il Quadrivio, rivolto alla concretezza dei fenomeni considerati reali – aritmetica, geometria, astronomia e musica – è il Trivio riservato ai letterati a catturare la nostra attenzione. Grammatica, retorica e dialettica ci invitano a misurarci con noi stessi, restituendoci la piena ricchezza del nostro registro linguistico, sollevandoci dal dilettantismo senza regole né valori che ne segna la decadenza nella società di massa.

La grammatica, intesa come il complesso di regole necessarie alla costruzione di parole, sintagmi (cioè unità significanti all’interno di una frase) e discorsi complessi, era nel Medioevo e resta ancor oggi lo strumento di base dei nostri discorsi. Se la fonologia stabilisce il modello dei suoni e la morfologia il ruolo delle forme (precisando rispettivamente quello di articoli, nomi, aggettivi, pronomi, verbi), spetta alla sintassi, cioè all’organizzazione logica del discorso, far sì che la parola acquisti vita, liberandosi dall’inerzia in cui giace nei vocabolari, trasformandosi nello specchio di noi stessi, della nostra intimità e del nostro modo di vivere.

Ciò che sappiamo oggi della grammatica è che, oltre a permetterci di impiegare e spendere l’energia delle parole, è in grado anche di mettere a confronto il suo stesso apparato logico con quello di altri sistemi linguistici, vicini o lontani che siano nel tempo e nello spazio. La grammatica del sanscrito, o dell’antico Egitto, hanno molto da insegnare riguardo alla nostra; tanto più le grammatiche delle lingue indoeuropee, con cui incrociamo senza saperlo, alterandoli ma anche attingendovi, un’infinità di significati. E inoltre, proprio perché percorse continuamente dal vento del cambiamento, le grammatiche sviluppano lo spirito critico riguardo alle regole, al loro significato e alla loro applicazione. Infatti ogni definizione che accettiamo o respingiamo con fondamento ci interroga sulla nostra libertà comunicativa, e sulla possibilità di infrangere le consuetudini.

Grammatica, dunque, non solo come possesso delle regole, ma anche come confronto costante con gli usi e le tradizioni altrui, dalle quali può sempre scaturire il nuovo. E anche come volontà di comprensione profonda delle trame linguistiche, abilità nell’architettura dell’espressione, e coraggio di superare il già noto mettendo in campo adeguate eccezioni e trasgressioni.

Se la grammatica costituisce dunque una tastiera materiale su cui costruire i nostri discorsi – includendovi l’ampiezza del vocabolario, le etimologie, la pronuncia – la retorica interviene in un secondo momento, con una funzione di potenziamento molto simile alla realtà aumentata di oggi. Le tecnologie moderne cui ci affidiamo per rafforzare le nostre capacità espressive e funzionali (grafici, video, immersioni tridimensionali, installazioni multisensoriali,



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