Dominio e sottomissione by Remo Bodei

Dominio e sottomissione by Remo Bodei

autore:Remo Bodei [Bodei, Remo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia, Biblioteca paperbacks
ISBN: 9788815374769
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2023-05-14T22:00:00+00:00


Un pesce migliore di noi

Chi riduce l’uomo al suo lato animale può avere polemicamente ragione contro posizioni spiritualistiche e antiscientifiche, che negano l’evoluzione, ma ha torto a dimenticare le modificazioni introdotte dalla civiltà, tese a superare il puro istinto di sopravvivenza[22]. Da più di duecentomila anni essa fa, infatti, esistere gli individui in ambienti artificiali, in base a un circolo virtuoso per cui la mente umana evolve a partire dal linguaggio, il quale crea, a sua volta, sempre nuovi strumenti che le permettono di essere più potente e versatile di altre specie e di pensare alla fine anche sé stessa[23].

Eppure, nel tempo è subentrata quella che – parafrasando Vico – si potrebbe chiamare la boria della specie, che ha disprezzato non solo il mondo degli animali, ma talvolta la natura stessa. Qualche sospetto che questa altezzosa supremazia non sia del tutto giustificata si può trovare, con tratti ironici, già nell’antichità e, con toni drammatici, in Pascal. Ad esempio, di fronte a quanti ritenevano (da Aristotele a Cicerone e a Ovidio)[24] che l’uomo, grazie alla sua posizione eretta, fosse l’essere più nobile di tutti in quanto capace di alzare lo sguardo verso il cielo, con pungente ironia già Galeno aveva obiettato che c’è un pesce (sarà chiamato da Linneo, nel 1758, Uranoscopes scaber) che dovrebbe avere nel cosmo una destinazione ancora più degna dell’uomo, giacché i suoi occhi sono costantemente, e non solo episodicamente, indirizzati verso l’alto[25].

Inoltre, quando Pascal notoriamente afferma che «l’uomo è una canna, ma una canna che pensa», ci si dimentica di aggiungere sia una sua altra affermazione: «Ma cos’è questo pensiero? Com’è sciocco!», sia l’amara constatazione sull’uso che di questa facoltà fanno i nostri simili:

L’uomo è manifestamente nato a pensare; qui sta tutta la sua dignità e il suo pregio; e tutto il suo dovere sta nel pensare rettamente […] Ora a che pensa la gente? Mai a questo; bensì a ballare, a suonare il liuto, a cantare, a far versi, a correre all’anello, ecc., a battersi, a farsi re, senza pensare a quel che significa esser re, ed essere uomo[26].



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