Don Chisciotte della Mancia by Miguel : de Cervantes Saavedra

Don Chisciotte della Mancia by Miguel : de Cervantes Saavedra

autore:Miguel : de Cervantes Saavedra
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Letteratura
ISBN: 9788897313113
editore: Liber Liber
pubblicato: 1910-03-11T23:00:00+00:00


Non ha amico più l'amico:

Delle canne si fan lance [64];

e qualcun altro cantò:

Dall'amico ti riguarda [65].

Né sembri ad alcuno che l'autore, avendo paragonato l'amicizia di questi animali a quella degli uomini, sia andato un po' fuor di strada, perché dalle bestie hanno gli uomini ricevuto molte lezioni ed appreso molte cose importanti, come, ad esempio, dalle cicogne il clistere, dai cani il vomito e la riconoscenza, dalle gru la vigilanza, dalle formiche la previdenza, dagli elefanti l'onestà, e la lealtà dal cavallo [66]. Alla fine Sancio s'addormentò a piè d'un albero di sughero, e don Chisciotte a sonnecchiare a piè d'una robusta quercia. Ma era passato poco tempo quando lo risvegliò un rumore che sentì dietro le sue spalle, sì che, alzandosi di soprassalto, si mise a guardare e ad ascoltare di dove venisse, e vide che erano due uomini a cavallo, dei quali l'uno, lasciandosi andar giù dalla sella, sentì che diceva all'altro:

— Smonta, amico, e togli via le briglie ai cavalli, perché, a quanto sembra, questo luogo abbonda di pascolo per essi, nonché di silenzio e di solitudine di cui abbisognano i miei amorosi pensieri.

Il dir questo e sdraiarsi in terra fu tutt'uno; e, nel gettarsi giù, risuonarono le armi di cui era armato, segno manifesto dal quale don Chisciotte capì che doveva essere cavaliere errante. Avvicinandosi quindi a Sancio che se la dormiva l'afferrò per un braccio e, con non poca pena fattolo tornare presente a se stesso, gli disse:

— Caro Sancio, un'avventura, sai?

— Dio ce la mandi buona! — rispose Sancio. — E dov'è mai, padron mio, questa signora avventura che dice?

— Dove, Sancio? — soggiunse don Chisciotte. — Volgi gli occhi e guarda: vedrai là sdraiato un cavaliere errante che, da quel che posso arguire, non si deve sentire troppo contento, perché l'ho visto buttarsi giù da cavallo e distendersi a terra dando segni di sconforto, crocchiandogli le armi nel cadere.

— Ma in che cosa trova vossignoria — disse Sancio — che questa sia un'avventura?

— Non voglio già dire — rispose don Chisciotte — che questa sia proprio avventura, ma un principio di essa; perché, così cominciano le avventure. Ma ascolta, ché, a quanto pare, sta accordando un liuto o viola, e dal fatto che spurga ed espettora deve prepararsi a cantare qualche cosa.

— Davvero che dev'essere così,— confermò Sancio — e che dev'essere un cavaliere innamorato.

— Non c'è nessuno dei cavalieri erranti che non sia innamorato — disse don Chisciotte. — Ma stiamolo a sentire; ché dal filo raccapezzeremo l'intricata matassa dei suoi pensieri, se mai canterà; perché la bocca parla dalla pienezza del cuore [67].

Voleva Sancio rispondere al suo padrone, ma la voce del Cavaliere dal Bosco, che non era né gran cosa cattiva né gran cosa buona, lo impedì. Or mentre tutti e due stavano attenti, sentirono che cantò così:



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