Dopo l'utopia by Jürgen Habermas

Dopo l'utopia by Jürgen Habermas

autore:Jürgen Habermas [Habermas, Jurgen]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia politica
pubblicato: 1991-09-01T22:00:00+00:00


D. - Non solo il modo di trattare gli intellettuali, anche molte altre cose nella Germania di questi giorni ci ricordano i primi anni della Repubblica federale, quando la politica della «ricostruzione» di Konrad Adenauer e Ludwig Ehrard impedì la liquidazione definitiva delle vecchie ideologie. Il passato venne rimosso - ma le sue macerie sono visibili ancora oggi. È come se il clima degli anni novanta, sostenuto dalla attuale politica intertedesca, si riallacciasse a quegli schemi.

R. - Il politologo di Friburgo Dieter Oberndörfer, nella sua analisi delle prime elezioni pantedesche è giunto alla conclusione che si stia formando un panorama di partiti sorprendentemente simile alle costellazioni politiche degli anni cinquanta. Ovviamente ciò vale solo per i dati aggregati, non per le strutture di fondo, che sono profondamente diverse. Paralleli come questi si presentano un po' dappertutto: il deludente déjà vu diventa di nuovo storia reale. A certe peculiarità nell'habitus e nei tratti mentali dei loro «fratelli» dell'Est gli occidentali reagiscono in modo tanto insofferente perché in questi riconoscono se stessi. Emergono immagini delle proprie fasi iniziali, quando le virtù borghesi tedesche uscirono dal loro involucro politico nazista e crebbero aggressivamente in un privato senza storia. Le immagini di allora, quando l'orgoglio nazionale diventò silenziosamente orgoglio economico, sono ritornate dopo il novembre del 1989, e da allora tengono bloccata la capacità di immaginazione che sarebbe invece necessario attivare per affrontare i problemi del futuro. Naturalmente, proprio il carattere assolutamente nuovo di tale transizione dal fallimentare socialismo di Stato al capitalismo sviluppato potrebbe spiegare questa inclinazione alla regressione. Quando ci si levò in cielo con i primi propulsori ad elica e si imparò a orientarsi nelle incertezze del nuovo elemento, questa prima generazione interpretò l'aviazione con concetti ad essa già familiari ricavati dalla navigazione. Un modo per temperare la paura di fronte a rischi sconosciuti, in una sorta di magia della parola. Qualcosa di simile sta avvenendo con la ripresa del modello della riforma valutaria del 1948; essa era stata realizzata in condizioni completamente diverse e non poteva fungere da modello. Si pensi agli slogan elettorali con Ludwig Ehrhard e il suo bassotto, che il portavoce del governo, Klein, ha fatto preparare per la campagna elettorale per l'elezione del parlamento della D.D.R.: Il passato come futuro. Naturalmente gli anni novanta non sono gli anni cinquanta. Ma l'inclinazione a scegliere modelli del passato come schemi di interpretazione dell'avvenire sembra essere irresistibile. Un consapevole atto costituente avrebbe creato un passato per il futuro. Invece, il futuro viene percepito nella forma del passato: rimbocchiamoci le maniche come abbiamo già fatto una volta!



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