Elogio dei corpi delle donne by Gloria Steinem

Elogio dei corpi delle donne by Gloria Steinem

autore:Gloria Steinem [Steinem, Gloria]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Social Science, Feminism & Feminist Theory
ISBN: 9788868994099
Google: lSpPzgEACAAJ
editore: VandA
pubblicato: 2021-02-08T23:00:00+00:00


Passaggi come questo, in tutta evidenza, non erano stati concepiti per passare inosservati. L’articolo avrebbe in effetti procurato alla sua autrice una denuncia per diffamazione, risolta in sede extra-giudiziale, nonché la perdita di importanti opportunità di lavoro, dovuta al fatto che da quel momento in poi i media avrebbero cominciato a identificare Steinem con una Coniglietta di professione. Ma quella discesa nell’industria della reificazione sessuale, promossa dai suoi artefici come dernier cri in fatto di liberazione e difesa con passione da alcune dipendenti di Hefner, indignate dal presunto “elitarismo” e dalla (in quel momento inesistente) “agenda politica” di Steinem,12 le avrebbe anche assicurato il riscontro di trent’anni di telefonate da parte di ex lavoratrici, o di lavoratrici ancora in servizio per Playboy, piene di rivelazioni sulle condizioni di lavoro e sulle molestie a cui venivano sottoposte.

Ancora più significativa, in termini di conferme, sarebbe stata la sentenza emessa nel 1972 dalla Corte d’Appello per i Diritti Umani dello Stato di New York, chiamata a pronunciarsi sul caso di Margarita St. Cross, una cameriera in servizio presso un Playboy Club licenziata per «aver perso la propria immagine di Coniglietta». La Corte avrebbe respinto il ricorso di St. Cross e dato ragione agli avvocati di Hefner, stabilendo in questo modo un precedente legale particolarmente utile a consolidare la preferenza maschile sul mercato del lavoro mediante il ricorso a requisiti bona fide in grado di aggirare le normative antidiscriminatorie e, di fatto, istituzionalizzare la molestia sul luogo di lavoro: una donna può essere licenziata a causa del proprio aspetto fisico, fermo restando che la valutazione dei parametri estetici necessari alla conservazione del posto è a discrezione del datore di lavoro.13

Il carattere sottilmente vendicativo, certamente antifemminista, della sentenza in questione non dovrebbe sfuggire, a maggior ragione se si tiene presente il tenore delle prime iniziative pubbliche del femminismo radicale. Tre soli esempi, per restituire i termini della critica sferrata contro alcuni dei pilastri istituzionali della subalternità femminile: al funerale della “femminilità tradizionale”, lacrimosa e passiva, messo in scena nel gennaio del 1968 al cimitero di Arlington nel contesto di una manifestazione contro la guerra nel Vietnam, segue, nel settembre dello stesso anno, la contestazione del concorso di bellezza di Miss America ad Atlantic City, culminata nel lancio di “oggetti di tortura” (scarpe con i tacchi alti, corsetti, reggiseni, ciglia finte, copie di Playboy, Cosmopolitan e del Ladies Home Journal) in un bidone della spazzatura battezzato, per l’occasione, Freedom Trash Can. Nel 1970 è invece la volta del sit-in presso la sede del Ladies Home Journal: l’occupazione dell’ufficio del caporedattore, da parte di un centinaio di donne raccolte sotto la sigla Media Women, è accompagnata da una serie di richieste, che vanno dalla nomina di una caporedattrice alla costituzione di un asilo gestito dalle madri lavoratrici, dall’assunzione di un numero di donne nere proporzionale alla quantità di lettrici afroamericane, all’eliminazione delle pubblicità degradanti nei confronti delle donne. Dopo ore di negoziati, l’unico risultato portato a casa dalle radicali è la promessa di un supplemento della rivista dedicato al movimento delle donne.



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