Esiste Ascoli Piceno? by Giorgio Manganelli

Esiste Ascoli Piceno? by Giorgio Manganelli

autore:Giorgio Manganelli [Manganelli, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845981579
editore: Adelphi
pubblicato: 2019-03-06T23:00:00+00:00


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DI TULLIO PERICOLI

Questo breve scritto di Manganelli è un brutto scherzo alla nostra già insicura memoria, sempre di più pronta a non fidarsi di sé e a caricarci dei sensi di colpa che ne derivano. Non dubitiamo ormai anche di quello che siamo certi di ricordare?

Tenterò di ricostruire, contando purtroppo sulla sola memoria, la storia di questo testo. Tanti anni fa, in Ascoli, si pubblicava una rivista quasi segreta, mi pare si chiamasse «Marka». Se ricordo bene era curata da uno scrittore di nome Clio Pizzingrilli, che un giorno chiese un breve scritto a Manganelli, come Manganelli stesso racconta. A che scopo glielo abbia chiesto non lo so, né so perché abbia pensato proprio a lui.

Accertata l’esistenza del testo, restano i dubbi a proposito di Manganelli: se sia mai salito sulla corriera per Ascoli, se abbia mangiato le olive ripiene, se abbia preso un caffè da Meletti, se abbia passeggiato per le «rue» della città. Sulle rue nascono dubbi più fondati, perché alcune sarebbero state davvero un po’ troppo strette per lui.

Di sicuro so che gli ascolani quando hanno letto il suo racconto si sono finalmente svegliati. In un sogno bellissimo. Uno di quei sogni, come capita talvolta, così belli e veri che quando ne veniamo scossi non vorremmo che riaddormentarci e continuare a vivere quel frammento di vita più vero del vero.

Infatti, quale ascolano non è convinto che nella sua vita veglia e sonno «a fatica si distinguano», come dice di sé Manganelli? Ma se è incerta l’esistenza di Ascoli, è sicura quella degli ascolani, e dove li si trova?

Questo piccolo libro, dove recupero alcuni miei vecchi sogni della città, è nato in occasione di una mostra in Ascoli.1 Nella mostra Ascoli non compare – e questo mi sembra più che ovvio – però suppongo che siano davvero esistite, anche se invisibili, le «meravigliose mongolfiere» rosse e verdi, «mosse da venti devoti e miti». Credo siano state loro a trasportarmi dal momento in cui sono nato sui monti, le colline e i calanchi che la circondano. Ho potuto così guardarli e fissarmeli nella memoria da tanti punti di vista, alti, bassi e obliqui, sognarli, pensarli e tradurli nella lingua che so parlare meglio.

Tutto questo benché non avessi ricevuto richieste da nessuna rivista: si è trattato di una committenza senza committenti, e «senza destinatario».



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