Essere Mick Jagger: Settant'anni da rockstar by Bobbie Cricket

Essere Mick Jagger: Settant'anni da rockstar by Bobbie Cricket

autore:Bobbie Cricket [Cricket, Bobbie]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Composers & Musicians, Mick Jagger, Rich & Famous, Bobbie Cricket, Artists; Architects; Photographers
ISBN: 9788868300500
Google: uDRQAwAAQBAJ
editore: Imprimatur editore
pubblicato: 2013-07-29T09:45:29+00:00


[30]. Cit. in Jagger, Richards, Watts, Wood, op. cit. p. 128

[31]. cit. in Norman, p. 352.

[32]. Cit. in Caselli, p. 38.

IX

Prima dell’uscita del nuovo album, Mick e Marianne intrapresero un nuovo progetto cinematografico. Avrebbero girato un film su Ned Kelly, un bandito australiano di origini irlandesi, in cui Mick avrebbe interpretato il protagonista e Marianne sua sorella Maggie. Il titolo del film era I fratelli Kelly, e la regia era di Tony Richardson. Mick e Marianne partirono per l’Australia quattro giorni dopo il concerto di Hyde Park, ma la donna era tremendamente turbata dalla morte di Brian, che continuava ad apparirle in sogno. Inoltre aveva intuito che la relazione tra lei e Mick era ormai agli sgoccioli, ed era sprofondata sempre di più nell’eroina. Il giorno stesso del loro arrivo in Australia, Marianne tentò il suicidio ingerendo centocinquanta pasticche di barbiturico. Si salvò per miracolo, grazie al tempestivo trasporto in ospedale da parte di Mick, che al suo risveglio l’aveva vista addormentata accanto alla scatola di pastiglie vuota. Marianne stette sei giorni in coma, e alla convalescenza seguì un lungo periodo di terapia psichiatrica in Svizzera, mentre il suo ruolo veniva affidato a Diane Craig. Mick rimase in Australia per girare il film, scrivendo lettere sia a Marianne sia a Marsha Hunt. A quest’ultima dedicò anche una canzone, che all’inizio era stata spudoratamente chiamata Black Pussy, ma il cui titolo fu poi cambiato in Brown Sugar, che si riferiva tanto al sesso interrazziale quanto all’eroina. Un altro brano scritto da Mick in quel periodo fu Wild Horses, il cui ritornello pare sia stato ispirato dalla prima frase pronunciata da Marianne dopo il suo risveglio: «Wild horses couldn’t drag me away».

Il film uscì l’anno successivo, e al contrario di quello precedente non fu certo un’eccellente prova attoriale per Jagger: costretto a recitare con l’accento irlandese, non faceva certo una bella figura. Le scene meglio riuscite erano quelle d’azione, e per girare una di queste Mick si era persino ferito a una mano, non volendo essere sostituito da alcuna controfigura. Come prevedibile I fratelli Kelly fu un fiasco, stroncato dalla critica e anche dai fan. Mick lo odiò fin da subito, al punto di non presentarsi neppure in occasione della prima proiezione.

Subito dopo l’esperienza australiana di Mick, e una volta licenziato definitivamente Allen Klein, su suggerimento del principe Rupert Loewenstein gli Stones partirono in tour per gli Stati Uniti. La loro accoglienza, come al solito, non fu delle migliori: la paura diffusa negli States – questa volta dovuta a riviste come «Rolling Stone», che a causa del nome molti consideravano la loro voce ufficiale – era che la band avrebbe portato in America idee radicali e anarchiche, che potevano sfociare nella rivoluzione sociale.

A differenza dei tour precedenti, in questo caso le cose erano state organizzate perfettamente, e per la prima volta la band disponeva di una scenografia, un impianto acustico e luci e un servizio di sicurezza e di merchandising propri. Il tour ebbe una vera e propria preproduzione, con due settimane



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