Filosofia della corruzione by Thierry Ménissier

Filosofia della corruzione by Thierry Ménissier

autore:Thierry Ménissier [Ménissier, Thierry]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia
ISBN: 978-88-98367-50-4
editore: Cronopio
pubblicato: 2020-07-14T22:00:00+00:00


L’evergetismo

Sebbene provenga da una configurazione ancora più antica, possiamo fare delle osservazioni analoghe a proposito del sistema noto come “evergetismo”, termine con cui si designa un fenomeno sociale dell’antichità greco-romana basato su pratiche suntuarie (o “evergetiche”) di individui che, grazie alle loro donazioni, contribuivano alla città o all’organizzazione di grandi feste pubbliche34. Questo termine non è stato coniato dagli antichi, ma è l’adattamento della formula impiegata nei decreti onorifici dell’epoca ellenistica con i quali le città riconoscevano che certi cittadini, con i loro doni e i loro favori, “avevano fatto del bene alla città” (euergétein tèn polin). Più specificamente, sembra che ci fossero due forme di evergetismo: quello che si fa al di fuori di una carica, e quelle che viene effettuato nell’ambito di una carica o di un mandato, e che è considerato come un obbligo morale legato a “l’onore” di servire la città. Paul Veyne propone di nominare quest’ultimo “evergetismo ob honorem”. E' necessario distinguere l’evergetismo dalle liturgie, obblighi imposti ai ricchi di contribuire economicamente alle feste pubbliche o alla difesa della città; le liturgie sono obbligatorie, non le pratiche evergetiche. Le prime assolvevano la funzione che nel mondo moderno sono ricoperte dai contributi fiscali versati a carico dello Stato; anche se il mondo antico non ha mai conosciuto l’obbligo fiscale come lo conosciamo noi. L’evergetismo si distingue ugualmente dalla relazione di clientela, perché, secondo le parole di Veyne, «l’evergeta non mantiene una clientela: rende omaggio alla città, cioè al corpo dei suoi concittadini»35. Nello spirito di questa istituzione sociale, si dà corruzione solo nei casi in cui il donatore ritenga che il suo dono sia riservato solo a una parte specifica della città. Inoltre, nel diritto pubblico della Repubblica Romana, si riteneva che ci fosse corruzione se un candidato che compiva pratiche evergetiche durante la sua campagna elettorale invitasse solo una parte dei suoi concittadini alla festa. Nonostante le apparenze, possiamo quindi considerare l’evergetismo come un servizio civico.

Anche questo fenomeno merita di essere inteso come un “fatto sociale totale”. Lo attestano i suoi effetti indiretti sulla sfera morale, o più esattamente, sull’espressione sociale della sfera morale. Per riprendere le parole di Aristotele - che sembra aver concepito questa categoria con l’esplicito scopo di prospettare una giustificazione morale della pratica delle spese suntuarie civiche - la munificenza (mégaloprépeia) è una virtù sociale eminente36. Essa consiste nel sostenere le spese necessarie per le onorificenze collettive come le pratiche di sacrificio religioso, la costruzione e la manutenzione di luoghi di culto, l’organizzazione di cori, l’equipaggiamento delle navi e l’organizzazione di banchetti pubblici. Essa si oppone, come chiarisce lo Stagirita, sia alla meschinità che alla volgarità, la banausìa. E' interessante far riferimento a questi due difetti opposti. Il primo rinvia al problema della valutazione della quantità di spesa necessaria, problema decisivo nel quadro di un’economia suntuaria: la quantità della spesa da impiegare nei casi in cui è in gioco la magnificenza è necessariamente esorbitante e sproporzionata, sia per quanto concerne le enormi somme spese per il servizio che celebra, sia perché questa non produce alcun valore come accadrebbe in un’economia di mercato.



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