Filosofia della Rivoluzione francese by Bernard Groethuysen

Filosofia della Rivoluzione francese by Bernard Groethuysen

autore:Bernard Groethuysen [Groethuysen, Bernard]
La lingua: ita
Format: epub
editore: il Saggiatore
pubblicato: 1967-11-14T23:00:00+00:00


La fede nella ragione e l'idea di libertà

Se per Montesquieu le leggi sono creazione di una ragione teologica, se queste leggi anziché partire da regole valide per tutti s'adattano sempre ai diversi dati storici e si sforzano di trovare gli strumenti di conservazione delle forme collettive sotto le quali vivono gli uomini, la logica immanente al pensiero di Voltaire esige che le leggi siano il prodotto di una ragione assoluta, sovrana nelle sue valutazioni e libera da pregiudizi. Non si tratta di trovare un senso al caos di leggi e di costumi che la storia del mondo intelligente offre – la ragione critica ne coglie tutta l'assurdità –, si tratta di creare un nuovo tipo di società, secondo i princìpi del secolo dei lumi. Vi è dunque in Voltaire da una parte una concezione pessimistica, critica e negativa della storia dell'umanità, quale si è svolta. Tutto ciò che è accaduto sin qui – tutto almeno dalla fondazione della Chiesa cristiana – è un susseguirsi infinito e fastidioso di assurdità. «Il mondo è un caos di assurdità e dolori», egli scrive.50 Dovunque la stessa assenza di giudizio, lo stesso fanatismo, le stesse superstizioni. E se si entra nei particolari della vita collettiva, quante mostruosità! Contadini che muoiono di fame mentre una classe di privilegiati vive nell'abbondanza senza produrre; un padre che disereda i suoi figli per lasciare tutto al primogenito. Dovunque regna la legge del più forte, non solamente fra un popolo e l'altro, ma tra l'uno e l'altro cittadino. Così va il mondo da secoli. Agli inizi della civiltà, è vero, l'umanità fece qualche progresso. Ma dall'avvento del cristianesimo la storia è una serie costante di errori e di pregiudizi. Questo è il risultato dell'atteggiamento puramente negativo con cui Voltaire considera la storia. Al contrario di Montesquieu, che vede il valore relativo di organismi collettivi che si affiancano o si succedono nella storia, perseguendo ciascuno un fine particolare, Voltaire esamina il processo storico nel suo insieme mettendosi dal punto di vista di un valore assoluto, valido per tutti i popoli. La ragione, grazie ai valori evidenti che rappresenta, può governare tutta la storia. Nella sua sovranità essa rifiuta tutto ciò che è finora esistito. Montesquieu, invece, cercava di scoprire un significato ragionevole nei sistemi di leggi elaborati dagli uomini. Ma finora la ragione non è ancora mai intervenuta quale creatrice della realtà vivente. Le leggi esistenti sono prodotti della superstizione, dei pregiudizi, dell'irrazionale.

Si ritrova in Voltaire il pessimismo intellettuale della fine del XVII secolo, il pessimismo di un Pascal, di un La Bruyère, di un La Rochefoucauld, di un Bayle, il sentimento dell'assurdità del mondo. Ma di fronte all'assurdo non vi è più rassegnazione. Se la ragione critica sovrana ci spinge a riconoscere che sin qui non vi è stato nel mondo alcun senso, noi proviamo nello stesso tempo il sentimento gioioso nato dalla piena consapevolezza di essere usciti dal caos, di poterci opporre all'assurdità, di essere liberi da pregiudizi. L'atteggiamento pessimista di fronte alla storia, la critica negativa di ciò che è accaduto e ancora accade, è propria anche della Rivoluzione francese.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.