Football clan: Perchè il calcio è diventato lo sport più amato dalle mafie by Raffaele Cantone & Gianluca Di Feo

Football clan: Perchè il calcio è diventato lo sport più amato dalle mafie by Raffaele Cantone & Gianluca Di Feo

autore:Raffaele Cantone & Gianluca Di Feo [Cantone, Raffaele]
La lingua: ita
Format: mobi
editore: Rizzoli
pubblicato: 2012-10-09T22:00:00+00:00


Stando agli atti d’inchiesta, sono proprio le scommesse a far lievitare i fatturati della strana coppia unita dal pallone. Che però voleva vincere una partita ancora più ricca, quella che avrebbe imposto a tutta la Basilicata il loro potere: costruire il nuovo stadio, ovviamente con annesso centro commerciale, un miraggio di cemento che risplende pure in provincia.

Il presidente ha un suo progetto, che cerca di imporre sfruttando le sue radio e le entrature nei media potentini. Ma la borghesia cittadina non ama quel rampante dai modi spicci, nipote di un venditore di bibite sugli spalti e arrivato in modo rocambolesco alla guida della società. Il Comune si dichiara contrario al «Cicciobello Stadium» e sbandiera con determinazione il suo no. Ai basilischi invece la speculazione piace. Cossidente vuole passare dalla droga agli appalti: «rendere i vecchi traffici funzionali ai nuovi affari» scrivono i carabinieri. In questo caso, il regista è il suo consigliori, il ragioniere Aldo Fanizzi: un professionista scaltro e abile, che al telefono chiamano con ammirazione «il guru». Fanizzi ha già creato un’immobiliare, intestata a un prestanome pulito, a cui aprono conti e utenze telefoniche in modo da presentarlo con le carte in regola per le licenze del nuovo impianto.

Il ragioniere fa marketing a 360 gradi, ha una mentalità moderna ma alla vigilia delle elezioni cerca di sfruttare un antico grimaldello per entrare nelle stanze del potere: il controllo dei voti. È uno dei pilastri delle mafie, che sono riuscite a mantenerlo intatto nonostante la fine delle preferenze: con infiniti trucchi, sanno ancora manipolare le urne. Le indagini in Campania, per esempio, hanno evidenziato il metodo della scheda bianca fatta uscire dai seggi: viene compilata con il nome predestinato e consegnata al votante addomesticato, che porta fuori la sua scheda immacolata per un altro elettore e così via, in una catena di clienti, devoti o prezzolati.

La campagna per le politiche è un’opportunità speciale. Postiglione e Cossidente, il Gatto e la Volpe, credono di avere trovato il loro Pinocchio nel consigliere regionale Luigi Scaglione. Il politico sta sostenendo la corsa per il Senato di un suo compagno dei Popolari uniti, ultima variante della Dc meridionale nata dalla crisi dell’Udeur di Clemente Mastella che ha appena affondato il governo Prodi: il suo uomo è Gaetano Fierro, in passato tre volte sindaco della città. Fanizzi coglie al volo l’occasione e cerca di coinvolgere Scaglione nel piano per lo stadio, gli prospetta di «mettere in piedi un gruppo che possa far incentrare l’interesse fra imprenditori e politici... politici di più soggetti». E Cossidente lusinga l’esponente post-democristiano: «Secondo me tu sei il miglior tramite, il miglior rappresentante, la migliore persona di fiducia».

Scaglione si rende conto che quell’opera può portare soldi e consenso. Vuole però che si definiscano i ruoli, senza confusioni, né sgambetti. Spiega al ragioniere Fanizzi: «Ci sono spazi per i quali la gestione delle attività deve essere fatto riferimento a voi o a chi per voi. E la parte istituzionale, politica, urbanistica ce la vediamo noi... Dobbiamo essere chiari...». Nella riunione catturata



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