Free: La fine dell'industria discografica. L'inizio del nuovo mondo musicale by Stephen Witt

Free: La fine dell'industria discografica. L'inizio del nuovo mondo musicale by Stephen Witt

autore:Stephen Witt [Witt, Stephen]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858422816
editore: Einaudi
pubblicato: 2016-05-12T16:00:00+00:00


Capitolo XII

Nel 2003 il rap era diventato mainstream e aveva conquistato le classifiche, le discoteche e le feste universitarie. L’anno precedente The Eminem Show era stato l’album piú venduto negli Stati Uniti – era la prima volta che accadeva a un rapper. Il genere aveva scalzato il rock dal ruolo di forma musicale piú vitale e importante di una generazione, ed Eminem ne sarebbe diventato l’esponente piú venduto di tutti i tempi. E, grazie alla direzione di Morris, tutto questo accadeva sotto il controllo della Universal.

Il bello dei rapper era che erano tutti ossessionati dai soldi. Ne erano pieni i loro discorsi, i loro pensieri, le loro canzoni; persino l’aria intorno a loro, quando gettavano al vento una mazzetta di banconote. Questo rendeva ostiche le contrattazioni, ma faceva sí che dopo la firma i musicisti diventassero stakanovisti inarrestabili che sfornavano dischi con la precisione di un orologio. E appena sfondavano cominciavano a occuparsi a loro volta anche di scouting. Scritturare un rapper di successo spesso dava il via a una reazione a catena che ne portava un’altra decina. I nuovi nomi piú validi del roster di Morris rimandavano a contratti molto precedenti al loro arrivo: l’acquisizione della Interscope nel 1996 gli aveva portato Dre, che nel 1998 aveva condotto a Eminem, che nel 2002 aveva fatto arrivare 50 Cent, che con la sua megahit In Da Club sarebbe riuscito a far ereditare a Get Rich or Die Tryin’ il titolo di album piú venduto del Paese nell’anno successivo a The Eminem Show.

E c’era altro in cantiere. Nella sede di New York della Def Jam il protégé di Jay-Z, Kanye West, stava rifinendo il suo primo album, The College Dropout. Nella sede di Atlanta della Def Jam South Ludacris si stava confermando l’intrattenitore piú solido di tutto il genere musicale con il suo nuovo disco, Chicken-N-Beer. E c’era anche New Orleans, dove Mannie Fresh stava producendo il ritorno alla ribalta di Lil Wayne, Tha Carter.

Sarà anche stato un sessantaquattrenne bianco, ma in tutta quella storia del rap chi comandava era Doug Morris. Aveva appena infilato una sequenza di successi strepitosi grazie a Interscope, l’etichetta che per dieci anni si era impegnato a difendere. Otto anni prima Universal Music non esisteva neanche. Ora dominava un quarto del mercato globale ed era la piú grande casa discografica al mondo. Morris avrebbe dovuto essere una leggenda vivente, come il suo mentore Ahmet Ertegün. Avrebbe dovuto essere famoso, celebrato da un profilo sul «New Yorker».

Ma non era destino. Il mercato del rap era in crescita, ma quello musicale rimpiccioliva persino piú velocemente. La pirateria stava abbattendo i fatturati, e dopo il picco del 2000 le vendite di cd erano scese del 30 per cento. Nonostante la straordinaria crescita delle sue quote di mercato, Universal riusciva a stento a non far calare gli incassi. Tutt’intorno era una carneficina. Tower Records era quasi in bancarotta. Columbia, l’etichetta della Sony, combatteva ancora la guerra civile contro la divisione di elettronica dello stesso gruppo. Emi era sepolta dai debiti. Bertelsmann aveva messo in vendita tutta la divisione musicale.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.